DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE

Il DSM-5 fornisce la seguente definizione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: “I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. Causati da una serie complessa e molteplice di fattori, i disturbi del comportamento alimentare  esprimono una condizione di profondo disagio e di malessere psicologico.

Le  principali cause alla base di tale disturbo sono;

Insoddisfazione immagine corporea; l’immagine corporea è definita come quell’insieme di percezioni, pensieri ed emozioni che una persona ha nei riguardi del suo corpo. Non sempre queste percezioni sul proprio corpo hanno un’accezione positiva, a volte non coincidono con la forma corporea ideale a livello soggettivo. Quetsa insoddisfazione fisica rappresenta uno dei principali fattori di rischio e di mantenimento del disturbo in questione. L’aspetto corporeo che dovrebbe essere veicolo che utilizziamo per vivere, comunicare e presentarci al mondo diventa uno scopo,un fine in sè.

Bassa autostima e perfezionismo;  i soggetti con disturbo della nutrizione e dell’alimentazione  mostrerebbero una maggiore tendenza a preoccuparsi per gli errori (perfezionismo patologico) e un minor senso di autostima, misure più elevate di rimuginio ed una scarsa percezione di controllo sugli eventi esterni e sugli stati emotivi interni, rispetto ai soggetti non patologici.

Criticismo percepito ; è un fattore di rischio per lo sviluppo, il rafforzamento ed il mantenimento del disturbo della nutrizione e dell’alimentazione. Il criticismo genitoriale consiste nell’essere costantemente soggetto a critiche da parte di altri considerati significativi, importanti per la persona
studiosi confermano  l’ipotesi secondo la quale il criticismo percepito ,precede il perfezionismo maladattivo nel processo psicologico, portando alla formazione del controllo ossessivo del peso e della forma fisica nella mente delle persone affette da disturbo della nutrizione e dell’alimentazione Il perfezionismo maladattivo è  quindi  una sorta di reazione al forte e profondo  dolore provocato dalle critiche recepite, che a loro volta hanno stimolato, in individui poveri di risorse cognitive e di un sostrato familiare adeguato, lo sviluppo di un controllo o di un discontrollo sul cibo, sulla forma fisica e sulla fatuità del proprio essere. È possibile altresì ritenere  che il criticismo percepito possa essere il fattore razionale che facilita la trasmissione transgenerazionale del perfezionismo in soggetti con disturbo alimentare

 I disturbi alimentari sono quindi caratterizzati da comportamenti alimentari patologici e/o comportamenti di controllo del peso e delle forme del proprio corpo. Spesso le preoccupazioni verso il corpo sono influenzate dal genere, negli uomini le preoccupazioni sono frequentemente rivolte ad un corpo percepito come poco muscoloso o mascolino, mentre spesso nelle donne le preoccupazioni sono rivolte alla perdita di peso  Anche se è possibile osservare casi opposti.

I disturbi alimentari sono caratterizzati da comportamenti specifici come:

eccessiva preoccuapazione per il proprio peso

eccessiva preoccuapazione per la propria forma fisica

calo del consumo di cibo

diete

abbuffate

vomito

abuso di diuretici, lassativi o pilloleper dimagrire

I disturbi dell’alimentazione più diffusi sono:

Anoressia

Bulimia

Disturbo da Binge-Eating

Pica

Disturbo da ruminazione

Disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e controllo

I soggetti affetti da disturbo alimentare sentono di non essere capaci di controllare i rapporti personali, le reazioni interne e gli eventi in generale. Per ottenere la percezione del controllo  sono disposti a confinare le loro vite entro un’esperienza ridotta, circoscritta all’alimentazione e alle dimensioni corporee. Tuttavia, sebbene la gestione dell’alimentazione e delle dimensioni corporee offra in un primo momento l’attrattiva di una qualche possibilità di controllo, alla fine li condanna a un’esistenza isolata e insana (Button 1985; 2005). La tendenza al controllo viene investita totalmente sull’alimentazione quasi per dimostrare a se stessi di aver comunque una forma di “controllo” e di “autocontrollo” che ha un potente effetto manipolatorio sugli altri e in particolare sui familiari.

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione associazione con altri disturbi psico-fisiologici

I disturbi dell’alimentazione possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari (per esempio restrizione alimentare, eccessivo consumo di cibo con perdita di controllo, condotte di eliminazione e/o compensatorie) che portano ad alterazione dello stato nutrizionale. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disturbi dell’alimentazione possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte. Ovviamente un esordio precoce può associarsi a   conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente. Un esordio precoce può infatti comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale.

 

 

ANORESSIA

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare  caratterizzato da incessante ricerca di magrezza, immagine distorta del corpo, paura estrema dell’obesità e limitazione del consumo di cibo, che portano a un peso corporeo significativamente basso. L’anoressia nervosa di solito esordisce nel corso dell’adolescenza ed è più comune tra le donne. Le persone con anoressia nervosa limitano il consumo di cibo nonostante la continua perdita di peso, sono assillate dal pensiero del cibo e possono negare di avere un problema. E’ importante evidenziare che  un calo ponderale rapido o grave può avere conseguenze potenzialmente fatali. L’anoressia nervosa solitamente compare durante l’adolescenza o nei giovani adulti, raramente prima della pubertà o dopo i 40 anni. In un dato anno, fino a 1 ragazza su 200 si ammala di anoressia nervosa. L’anoressia nervosa è meno comune nel sesso maschile. L’anoressia nervosa può essere lieve e transitoria oppure grave e persistente. Dal 30 al 50% delle persone con anoressia nervosa si abbuffa e/o poi si libera del cibo ingerito vomitando o prendendo lassativi. Il resto riduce semplicemente la quantità di cibo ingerito. Spesso mentono riguardo alla quantità di cibo assunto e nascondono il vomito e abitudini alimentari particolari. Alcune assumono anche diuretici (farmaci che provocano una maggiore escrezione di acqua dai reni) per ridurre il gonfiore percepito e cercare di perdere peso.

Le  principali cause dell’Anoressia nervosa sono;

  • ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica
  • componente di familiarità (studi transgenerazionali e sui gemelli hanno dimostrato che i disordini alimentari si manifestano con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, soprattutto se si tratta della madre)
  • l’influenza negativa da parte di altri componenti familiari e sociali, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa
  • essere fortemente trascurati dai propri genitori
  • sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica

 

Sintomi caratterizzanti l’Anoressia; I primi segni del disturbo anoressico si manifestano con una leggera preoccupazione per la dieta e il peso corporeo. Queste preoccupazioni appaiono ingiustificate dato che, nella maggior parte dei casi, si tratta di persone non significativamente in sovrappeso all’esordio del disturbo. Preoccupazione e ansia per il peso si intensificano con l’ulteriore perdita di peso. Perfino in presenza di dimagrimento eccessivo, tali soggetti sostengono di essere obesi, negano fermamente di avere un problema, non si lamentano per la perdita di peso e solitamente rifiutano ogni genere di cura. Cercano continuamente di perdere peso anche se amici e familiari li rassicurano sulla loro magrezza o li avvertono che stanno dimagrendo troppo. Le persone affette da anoressia nervosa considerano l’aumento di peso come un’inaccettabile insufficienza di autocontrollo. Un sintomo tipico delle donne affette da anoressia è l’interruzione del ciclo mestruale , talvolta anche prima di aver perso molto peso. Il calo del desiderio avviene invece sia nell’uomo che nelle donne. L’anoressia nervosa presenta anche dei problemi fisici assolutamente importanti da non sottovalutare,come ad esempio  bradicardia e ipotensione, inoltre le persone colpite da anoressia nervosa possono sviluppare ipotermia, peluria sottile sul corpo oppure un eccesso di peluria sul corpo e sul volto. I tessuti si gonfiano in seguito ad accumulo di liquido (edema). Il soggetto spesso riferisce gonfiore, malessere addominale e stipsi. Il vomito autoindotto può corrodere lo smalto dei denti, provocare ingrossamento delle ghiandole salivari nelle guance (ghiandole parotidi) e causare infiammazione all’esofago.I cambiamenti ormonali dovuti all’anoressia nervosa comprendono una netta riduzione dei livelli plasmatici di estrogeno (nelle donne), di testosterone (negli uomini), e degli ormoni tiroidei e l’aumento dei livelli di cortisolo. In caso di grave malnutrizione, è probabile che siano interessati tutti gli organi principali del corpo. La densità ossea può diminuire, aumentando il rischio di osteoporosi. Le alterazioni cardiache e gli scompensi del bilancio idrico ed elettrolitico (come sodio, potassio e cloro) sono tra i problemi più pericolosi. La depressione è frequente. Infatti, il deperimento fisico, unito alla ridotta qualità di vita e alle difficoltà relazionali, può favorire lo sviluppo di stati depressivi clinicamente rilevanti, irritabilità, insonnia e ritiro sociale. Nelle forme di anoressia caratterizzate da abbuffate e condotte di eliminazione può essere presente una maggior tendenza all’abuso di alcol e sostanze.

Gli individui affetti da Anoressia e “false credenze”; anche se anoressia letteralmente significa “mancanza di appetito”  in realtà, la maggior parte dei soggetti affetti da anoressia nervosa ha fame. Molti non perdono l’appetito finché non sono estremamente emaciati. I pazienti continuano a percepire lo stimolo della fame e sono ossessionati dal pensiero del cibo. Si può erroneamnete pensare che le persone affette da anoressia vista lo scarso apporto nutrizionale siano persone bradipose e fortemente statiche al contrario gli anoressici, anche se molto magri, tendono a rimanere attivi e spesso svolgono un’intensa attività sportiva per controllare il peso corporeo. Tuttavia, fino a quando non compaiono i segni del deperimento fisico, manifestano pochi sintomi di deficit nutrizionale.

Anoressia e negazione”; Il soggetto affetto da anoressia nervosa di solito nega di avere un problema e cerca di nascondere le proprie insolite abitudini alimentari piuttosto che chiedere aiuto. Le persone  anoressiche non ritengono di avere problemi e anzi considerano il proprio comportamento logico e coerente; sostengono di stare bene e di non vedere nulla di cui preoccuparsi.  Dato che molti soggetti con anoressia nervosa sono meticolosi, compulsivi e intelligenti, con livelli di rendimento scolastico o lavorativo particolarmente elevati, un disturbo del comportamento alimentare può facilmente passare inosservato. Per questo motivo, i familiari e gli amici possono non accorgersi del disturbo finché non diviene grave.

Alcune indicazioni per riconoscere il comportmento del soggetto anoressico;

  • si lamenta di essere grasso anche se è molto magro
  • nega di essere magro
  • pensa continuamente al cibo
  • misura gli alimenti
  • accumula, nasconde o butta via il cibo
  • prepara cibi elaborati per altri
  • salta i pasti
  • finge di mangiare o mente sulle quantità ingerite
  • svolge attività fisica in modo compulsivo
  • veste con abiti larghi o in più strati
  • si pesa diverse volte al giorno
  • basa la propria autostima sulla magrezza

Diagnosi di Anoressia; I criteri diagnostici per la diagnosi di Anoressia citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:

A   Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura

B  Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso

C  Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui i livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di peso

D  Nelle femmine dopo il manarca, amenorrea, cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi

 

 

BULIMIA

La bulimia è uno dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Si caratterizza per l’eccessiva assunzione di cibo, le cosiddette abbuffate, seguite da episodi volti a liberarsi della quantità di cibo ingerita, con metodi quali il vomito autoindotto o l’uso di lassativi. Questa patologia è difficile da riconoscere in quanto spesso le persone affette presentano un peso corporeo nella norma. I soggetti con bulimia nervosa tipicamente si vergognano delle loro abitudini alimentari patologiche e tentano di nasconderle. Le crisi bulimiche avvengono in solitudine: quanto più segretamente possibile. L’episodio può essere più o meno pianificato, ed è di solito caratterizzato (anche se non sempre) dalla rapidità dell’ingestione del cibo. L’abbuffata spesso continua finché l’individuo bulimico non si sente “così pieno da star male”. E’ caratterizzata da stati di umore negativo, condizioni interpersonali di stress, intensa fame a seguito di una restrizione dietetica. Oppure da sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, la forma del corpo o il cibo.

Le  principali cause e fattori di rischio alla base del disturbo Bulimico sono;

  • Tendenza all’impulsività, sregolatezza emotiva
  • Storia personale di abusi o traumi
  • Insoddisfazione per il proprio corpo
  • Scarsa autostima e autoefficacia

Tra i  principali sintomi  alla base del disturbo Bulimico vi sono;

  • Le abbuffate compulsive
  • Le condotte compensatorie

Bulimia e perdita di controllo; l’attacco bulimico (abbuffata)  è caratterizzato da una sensazione di perdita di controllo. La perdita di controllo, l ‘irrefrenabile bisogno di ingurgitare cibo   diventare un rifugio emotivo per proteggersi dalle difficoltà della vita, da situazioni di complicata gestione a livello sentimentale e/o relazionale che vengono vissute con preoccupazione. La paura di perdere il controllo delle proprie emozioni crea le premesse per poterlo perdere nei confronti del  cibo. Le pazienti bulimiche, come gia detto,  possono mostrare una notevole difficoltà nel controllo e nella gestione degli impulsi che possono manifestarsi anche con  con comportamenti poco sani come farsi dei piccoli tagli o delle bruciature sulla pelle, adottare un comportamento sessuale promiscuo, far uso di alcool o di droghe, mettersi in situazioni pericolose.

Comportamenti compensatori e sensi di colpa; Come già detto una caratteristica essenziale della bulimia nervosa è il frequente ricorso a comportamneti compensatori inappropriati. L’individuo bulimico ha una  sofferenza interiore che devasta la sua  psiche,pertanto proietta nel cibo  il disagio del Sé. Il paziente bulimico ingurgita il mondo, metaforicamente la madre, la vuole, la brama ma subito dopo se ne deve liberare, provando un senso di colpa atroce per aver ceduto, e spinta da una urgenza di espiazione, inscena il rituale purificatorio attraverso il vomito o altre condotte di eliminazione quale digiuno per giorni dopo le abbuffate o pratiche sportive compulsive e estenuanti. L’individuo affetto da bulimia  si sente in colpa, si vergogna di aver ceduto, di aver permesso al mondo di entrare attraverso il cibo. La sua imperfezione si trasformerà in grasso se non evacuerà il cibo. Urge purgarsi, svuotarsi, punirsi, altrimenti il mondo saprà. Vergogna, senso di colpa e paura diventano emozioni predominanti per tali soggetti.Paura di non riuscire più a fermarsi. Si ha la sensazione di precipitare in un abisso infinito, e la netta percezione che tutto il cibo del mondo non basterà a placare il vuoto, la voragine in cui ci si trova. I rituali della bulimica sono compiuti in un vuoto affettivo e sociale che la isolano dal resto del mondo. Depressione e fasi di eccessiva euforia si alternano. Spesso la sofferenza della Bulimica è talmente atroce e i sensi di colpa insopportabili, che essa arriva all’autolesionismo estremo procurandosi tagli ripetuti, inducendo in abuso di sostanza, e comportamenti estremi rischiosi per la vita, come eccessiva velocità, incuranza nei rapporti sessuali promiscui, e altre condotte che denotano un’attitudine di sfida alla vita, tipiche del disturbo Borderline di personalità

Effetti collaterali dei comportamenti compensatori; Il frequente ricorso a inappropriati comportamenti compensatori, come piu’ volte detto, è tipico del “modus operandi” del paziente bulimico. Tra i metodi, quello più frequentemente adottato è l’autoinduzione del vomito, quest’ultimo riduce la sensazione di malessere fisico, oltre alla paura di ingrassare.La persona affetta da bulimia si abbuffa per poter vomitare, oppure vomita anche per piccole quantità di cibo. In genere, nelle fasi avanzate del disturbo questi soggetti riescono a vomitare a comando.Altre condotte di eliminazione dei pazienti bulimici sono rappresentate dall’uso inappropriato di lassativi e diuretici.L’uso di lassativi è presente in un terzo dei soggetti che presentano i sintomi della bulimia nervosa. Raramente è presente anche uso di clisteri subito dopo l’abbuffata, ma non è mai la sola condotta di eliminazione.Altre misure compensatorie per le abbuffate sono il digiuno nei giorni successivi o l’esercizio fisico eccessivo. Il frequente ricorso a tali condotte di eliminazione può produrre alterazioni fisiche piuttosto serie dell’equilibrio elettrolitico e dei fluidi. Tra i più frequenti vi sono: ipopotassiemia , iponatriemia,ipocloremia. La perdita di succo gastrico acido attraverso il vomito può produrre alcalosi metabolica (aumento del bicarbonato sierico). L’abuso di lassativi per indurre diarrea può invece provocare acidosi metabolica.Il vomito ripetuto può condurre ad una cospicua e permanente perdita dello smalto dentale, specialmente a livello delle superfici linguali dei denti incisivi. Questi denti diventano scheggiati, intaccati, e “tarlati”. Inoltre si può avere un aumento della frequenza delle carie. In alcuni individui le ghiandole salivari, in special modo le parotidi, possono marcatamente ingrossarsi. Il disturbo è autoperpetuante. E’ cioè costituito da un meccanismo con numerosi elementi che, oltre essere espressione diretta del disturbo, rappresentano dei fattori di mantenimento. Gli esffetti collaterali nocivi della bulimia nervosa non riguardano solo l’area fisica ma anche sociale e psicologica. La patologica attenzione al cibo, al peso corporeo e alle sue forme, riduce gli interessi e le attività, alimenta scarsa autostima e altera lo sviluppo sano della personalità. Anche la la sfera sociale e relazionale della persona viene compromessa.

Tra i problemi psicologici si possono evidenziare: crisi d’ansia,  depressione, disturbi bipolari (con alternanza di stati depressivi ed esaltazione maniacale), disturbo della personalità soprattutto di tipo boderline, dovuti ad una instabilità emotiva ed affettiva, disturbo da abuso di sostanze o alcool.

Diagnosi di Bulimia; I criteri di riferimento per diagnosticare la Bulimia citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:

Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive. Un episodio di abbuffata compulsiva è caratterizzato da: – mangiare, in un periodo circoscritto di tempo (p.e. entro un paio d’ore), una quantità di cibo che è indubbiamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso arco di tempo in circostanze simili – un senso di mancanza di controllo sul mangiare durante l’episodio (p.e. sentire di non poter smettere o controllare cosa o quanto si sta mangiando).

A  Ricorrenti abbuffate

B   Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenirel’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi,diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo

C  Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno due volte alla settiman, per tre mesi

D  I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal pesocorporeo

E  L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa

compulsive e i comportamenti impropri di compenso si verificano in media almeno una volta a settimana per almeno tre mesi.

 

DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA (BINGE-EATING DISORDER)

ll disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate, con una sensazione di perdita di controllo. Non è seguito da comportamenti compensatori inadeguati, come il vomito autoindotto o l’abuso di lassativi Il disturbo da alimentazione incontrollata colpisce circa il 3,5% delle donne e il 2% degli uomini nella popolazione generale durante la loro vita. Il  disturbo da alimentazione incontrollata si manifesta più comunemente tra le persone sovrappeso ed obese e contribuisce a un eccessivo apporto calorico. Le persone  con disturbo da alimentazione incontrollata sono per lo  più anziane e più frequentemente maschi. Durante un episodio di abbuffata, avviene un consumo di una quantità di cibo più grande rispetto a quanto la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Durante e dopo un’abbuffata, le persone si sentono come se avessero perso il controllo. L’abbuffata non è seguita da epurazione (vomito indotto, abuso di lassativi, diuretici o clisteri), esercizio fisico eccessivo e/o digiuno. L’abbuffarsi si verifica in episodi; non comporta un eccesso di cibo costante (“spizzicare”).

Le  principali cause  alla base del disturbo da alimentazione incontrollata sono;

  • Fattori genetici, non sono molti gli studi sulle influenze genetiche nel Binge Eating Disorder, ma alcuni dati indicano che la prevalenza del disturbo è più elevata in individui che hanno almeno un parente di primo grado che soffre di questa stessa patologia (60%), rispetto a famiglie in cui questa è assente (5%).
  • Fattori neuroendocrini, da anni la ricerca si è focalizzata anche sulla possibile influenza dei fattori ormonali nella patogenesi delle abbuffate, tra questi i più scrutati sono l’insulina, l’adiponectina, la leptina e la grelina, ed i cannabinoidi.
  • Fattori evolutivi ed affettivi , difficili esperienze di vita infantile, la presenza di  disturbi depressivi nei genitori,
  • Fattori sociali, tra i fattori psicosociali in grado di influenzare l’insorgenza della malattia si sono evidenziati maggiormente la preoccupazione e l’insoddisfazione per l’immagine corporea o il peso ed il frequente ricorso a diete dimagranti. Da alcuni studi è estato riscontrato che i  Binge Eating Disorder hanno un livello culturale più basso.

Tra i  principali sintomi  alla base del disturbo  da alimentazione incontrollata vi sono;

  • Aumento dell’appetito
  • Colica
  • Comportamento impulsivo
  • Crampi addominali
  • Desiderio cibo salato
  • Dolore addominale
  • Iperfagia
  • Meteorismo funzionale
  • Pesantezza allo stomaco
  • Stomaco gonfio

Tra i sintomi psicologici e psichiatrici vi sono:

  • Disturbi dell’umore (depressione, mania, disturbo bipolare)
  • Disturbi d’ansia
  •  Disturbi di personalità (Borderline, Istrionico, Antisociale, Narcisistico).

 

Tra i Rischi associati al disturbo da alimentazione incontrollata troviamo;

  • Obesità
  • Diabete
  • Alti livelli di colesterolo (ipercolesterolemia)
  • Elevata pressione sanguigna (ipertensione)
  • Rischio di malattie cerebro-cardiovascolari come ictus e infarto
  • Osteoartrite, malattia che causa dolore e gonfiore alle articolazioni
  • Alcuni tipi di cancro, come il cancro del seno e dell’intestino

 

Diagnosi di disturbo da alimentazione incontrollata; I criteri di riferimento per diagnosticare  isturbo da alimentazione incontrollata citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:

A  Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive

B  Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati con tre (o più) dei seguenti sintomi:

  • mangiare molto più rapidamente del normale
  • mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni
  • mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati
  • mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando

sentirsi disgustati verso se stessi, depressi, o molto in colpa dopo le abbuffate

 

C  È presente un disagio marcato rispetto al mangiare senza controllo

 

D Il comportamento alimentare incontrollato si manifesta, in media, almeno una volta a settimana per tre mesi consecutivi.

 

E  L’alimentazione incontrollata non risulta associata con l’utilizzazione sistematica di comportamenti compensatori inappropriati (per es., uso di purganti, digiuno, eccessivo esercizio fisico) e non si verifica esclusivamente in corso di Anoressia Nervosa o di Bulimia Nervosa.

 

 

PICA

La pica, anche denominato allotriofagia, è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione continuata nel tempo di sostanze non nutritive (terra sabbia, carta, gesso, legno, cotone, etc.).  L’ingestione di sostanze non alimentari si deve protrarre per un periodo di almeno un mese ed è inappropriata rispetto al livello di sviluppo (generalmente in bambini più grandi di 18- 24 mesi) La diagnostica della pica non è applicabile a individui appartenenti a culture che accettano tale pratica, a bambini o adulti affetti da disabilità intellettiva, disturbo dello spettro autistico, schizofrenia o altra condizione medica, ad eccezione dei casi in cui il comportamento d’ingestione è sufficientemente grave da giustificare ulteriore attenzione clinica. La sindrome interessa talvolta anche le donne incinte, le quali desiderano cibi inappropriati, come per esempio carne cruda e ghiaccio. Alla base della pica vi è quasi sempre un’anemia da carenza di ferro, e il disturbo regredisce con la correzione della carenza o, nel caso delle donne incinte, col termine della gravidanza. Le persone che soffrono di pica potrebbero incorrere nel rischio dell’ingestione accidentale di veleni. Per i bambini, che imparano a conoscere il mondo, mettendo le cose in bocca, la pica è davvero abbastanza comune.
Dal punto di vista evolutivo, i neonati hanno un periodo di crescita in cui mettono in bocca tutto ciò che trovano. Quando un bambino ha superato questo stadio dello sviluppo e comincia improvvisamente a mangiare prodotti non alimentari, ci può essere un problema, in questo caso bisogna individuare la causa ed eliminarla.

 

Le  principali cause  del disturbo di Pica possono essere ritrovate all’interno di due teorie  la  teoria nutrizionale e una teoria fisiologica. La teoria nutrizionale suggerisce che gli enzimi del cervello che regolano l’appetito, alterati da una carenza di ferro o zinco, innescano voglie specifiche. Tuttavia, gli elementi non alimentari di solito non soddisfano la carenza di minerali nel corpo della persona. La teoria fisiologica dichiara che mangiare l’argilla o la sporcizia contribuisce ad alleviare la nausea, a controllare la diarrea, all’aumento della salivazione, ad eliminare le tossine e ad alterare l’odore o la percezione del sapore durante la gravidanza. Le altre cause possono essere la carenza di ferro, zinco, calcio e altre sostanze nutritive (tiamina, niacina, vitamine del gruppo B e C). Anche gli eventi traumatici sono associati con lo sviluppo della pica. Eventi comuni che potrebbero causare l’insorgere della pica includono la separazione dei genitori, la negligenza dei genitori, la mancanza d’interazione genitore-figlio e gli abusi sui minori. La pica può avere una base psicologica e può anche cadere nello spettro dei disturbi ossessivi-compulsivi, dove essa assume la forma di un comportamento compulsivo. Le persone con questo disturbo talvolta sviluppano il disturbo come meccanismo di coping  (vale a dire la capacità di fronteggiare situazioni difficili). La pica ha una maggiore incidenza sugli individui che hanno  una diagnosi di fondo che coinvolge il funzionamento mentale, queste diagnosi sono: condizioni psichiatriche come la schizofrenia, lo sviluppo di disturbi mentali tra cui l’autismo e le condizioni con ritardo mentale. Queste condizioni non sono caratterizzate dalla carenza di ferro, che supporta la componente psicologica nella causa della pica . Le persone con disabilità dello sviluppo hanno questo disturbo a causa della loro incapacità di discriminare i prodotti alimentari e non alimentari.

Tra i  principali sintomi  alla base del disturbo  da Pica vi sono;

  • Ostruzione intestinale (p. es., crampi importanti, stitichezza)
  • Avvelenamento da piombo
  • Infestazione parassitaria

 

 

 Le conseguenze del disturbo di Pica ; La Pica può avere conseguenze molto pericolose sulla salute fisica. Le più frequenti sono: 

  • Scompensi nell’introito calorico(coloro che mangiano amido ad esempio aumentano le calorie ingerite, mentre coloro che si nutrono di ghiaccio o altre sostanze nutrizionalmente “inerti” vanno incontro a gravi insufficienze);
  • Carenze nutrizionali(che possono aggravare quelle eventualmente preesistenti che hanno originato il comportamento, il caso più frequente è la carenza di ferro);
  • Avvelenamenti;
  • Ostruzioni/perforazioni intestinali

 

Diagnosi di Pica; I criteri di riferimento per diagnosticare  disturbo da Pica citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:

A   persistente ingestione di una o più sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili per un periodo di almeno un mese

B  L’ingestione di sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili deve essere inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo

C   L’ingestione di sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili non deve far parte di una pratica culturalmente sancita o socialmente normata

D Se il comportamento d’ingestione si manifesta esclusivamente nel contesto di un altro disturbo mentale, si dovrebbe porre una diagnosi separata di pica solo se il comportamento d’ ingestione è sufficientemente grave da giustificare ulteriore attenzione clinica

 

DISTURBO DA RUMINAZIONE

 

Anche detto mericismo, il Disturbo da Ruminazione, si caratterizza per il continuativo rigurgito del cibo per almeno 1 mese. Di solito è un comportamento quotidiano. Il cibo, prima ingerito, anche parzialmente digerito, viene rigurgitato in bocca, può essere poi rimasticato, ringoiato o sputato, senza nausea o disgusto o conati di vomito.La funzione del comportamento appare autoconsolatoria e di autostimolazione. Per la diagnosi di mericismo è necessaria l’esclusione di condizioni gastrointestinali associate quali il reflusso gastroesofageo, stenosi del piloro, gastroparesi, ernia itale o il decorso di altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, dove il rigurgito con eliminazione sono una modalità di smaltimento delle calorie ingerite.

L’esordio è lungo l’intero arco della vita soprattutto in soggetti con disabilità intellettiva; in questo caso viene apposta la diagnosi di disturbo da ruminazione solamente in presenza di un quadro clinico importante, come anche in comorbilità di un altro disturbo mentale. In età infantile compare solitamente fra i 3 e 12 mesi, andando frequentemente incontro a remissione spontanea; si manifesta con l’incapacità di raggiungere gli aumenti di peso previsti; rara è la malnutrizione grave.

Il decorso può essere episodico o continuativo.I soggetti affetti da questo disturbo rigurgitano il cibo ripetutamente dopo aver mangiato, normalmente tutti i giorni. Possono non presentare nausea e non avere conati di vomito involontari. Il soggetto può rimasticare il cibo rigurgitato, quindi sputarlo o inghiottirlo di nuovo. Alcuni soggetti con disturbo da ruminazione sono consapevoli che il comportamento socialmente inaccettabile e cercano di dissimularlo o di occultarlo. Infatti, alcune persone  evitano di mangiare in pubblico e non mangiano prima di lavorare o di svolgere un’attività sociale, in modo da non dover rigurgitare davanti ad altri.

Tra le  principali cause  del disturbo da Ruminazione vi sono;

  • Problemi psicosociali come una scarsa stimolazione ambientale
  • L’ abbandono
  • Eventi di vita stressanti
  • Relazione genitori-bambino

 I principali sintomi  del disturbo da Ruminazione  sono;

  • Erosione indotta dagli acidi dell’esofago e dello stomaco
  • Alitosi
  • Malnutrizione
  • Grave perdita di peso
  • Appetito inestinguibile
  • Dolore addominale
  • Erosione dello smalto dentale (causato dal rigurgito)

 

 Comportamenti piu’ comuni messi in atto  dal soggetto affetto da disturbo da Ruminazione per mascherare la sua patologia ;

  • Mettersi una mano davanti la bocca;
  • Tossire;
  • Evitare di mangiare in pubblico;
  • Evitare di assumere cibo prima di un’attività sociale;
  • Evitare la colazione (paura di poter vomitare al lavoro).

 

Diagnosi di disturbo da Ruminazione; I criteri di riferimento per diagnosticare  disturbo da Pica citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:

A  Ripetuto rigurgito di cibo per un periodo di almeno 1 mese. Il cibo rigurgitato può essere rimasticato, ringoiato o sputato.

B  Il rigurgito ripetuto non è attribuibile a una condizione gastrointestinale associata o a un’altra condizione medica (per es., reflusso gastroesofageo, stenosi del piloro)

C  il disturbo dell’alimentazione non si manifesta esclusivamente durante il decorso di anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da binge-eating o disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo.

D  Se i sintomi si manifestano nel contesto di un altro disturbo mentale (per es., disabilità intellettiva – disturbo dello sviluppo intellettivo – o altro disturbo del neurosviluppo) sono sufficientemente gravi da giustificare ulteriore attenzione clinica.

 

 

DISTURBO EVITANTE-RESTRITTIVO DELL’ASSUNZIONE DI CIBO

Il disturbo di Assunzione di cibo evitante/restrittivo è caratterizzato dal limitare l’assunzione di cibo; non include l’immagine distorta del corpo o l’immagine corporea (come accade nell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa). Il disturbo di assunzione di cibo evitante/restrittivo inizia tipicamente durante l’infanzia, ma può svilupparsi a qualsiasi età. Questo disturbo può inizialmente assomigliare al mangiare in maniera schizzinosa che è comune durante l’infanzia, quando i bambini si rifiutano di mangiare determinati alimenti o cibi di certi colori, consistenza o odore. Tuttavia, tale scrupolosità nella scelta del cibo, a differenza del disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, di solito coinvolge solo pochi prodotti alimentari, e l’appetito del bambino, l’assunzione alimentare complessiva e la crescita e lo sviluppo sono normali.

I pazienti con assunzione di cibo evitante/restrittivo non possono mangiare perché perdono interesse nel mangiare o perché temono che il mangiare possa portare a conseguenze dannose come soffocamento o vomito. Possono evitare determinati alimenti a causa delle loro caratteristiche sensoriali (p. es., colore, consistenza, odore).

Tra le  principali cause  del disturbo da Assunzione di cibo Evitante/Restrittivo possiamo segnalare;

Cause  Ambientali

  • Ansia familiare
  • Genitori con disturbo alimentare

 Cause genetiche e fisiologiche

  • Problemi gastrointestinali;
  • Reflusso gastro-esofageo;

I principali sintomi  del disturbo da   Assunzione di cibo Evitante/Restrittivo sono;

  • Significativo deficit nutrizionale
  • Significativa perdita di peso
  • Funzionamento psicosociale marcatamente disturbato
  • Uso di supplementi nutrizionali orali

Diagnosi di disturbo da Assunzione di cibo Evitante/Restrittivo; I criteri di riferimento per diagnosticare  disturbo da assunzione di cibo evitante/restrittivo citati dal DSM5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) sono i seguenti:
A Un’anomalia dell’alimentazione e della nutrizione (ad es. assenza di interesse per l’alimentazione o per il cibo; evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo) che si manifesta attraverso una persistente incapacità di assumere un adeguato apporto nutrizionale e/o energetico associata con una o più delle seguenti:

  • Significativa perdita di peso o nei bambini incapacità a raggiungere il peso relativo alla
 crescita
  • Significativa carenza nutrizionale
  • Dipendenza della nutrizione enterale o da supplementi nutrizionali orali
  • Marcata interferenza col funzionamento psicosociale

B  Il disturbo non è connesso con la mancanza di cibo o associato a pratiche culturali.
C Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di anoressia o bulimia nervosa e non vi è evidenza di anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo.
D  L’anomalia non è meglio attribuibile a una condizione medica o ad un altro disturbo mentale. Se il disturbo alimentare si manifesta nel corso di un altro disturbo, la sua importanza supera quella del disturbo di base e richiede attenzione clinica.