DISTURBO DEL DESIDERIO SESSUALE

 

Il desiderio sessuale è una pulsione, caratterizzata dalla presenza di pensieri e fantasie sessuali e dalla voglia di intraprendere l’attività sessuale, con la funzione biologica di far sopravvivere la specie umana. Questa pulsione può essere inibita o al contrario attivata da “forze” interne (es. testosterone, malesseri, credenze, emozioni, etc.) o esterne all’individuo (es. profumo, vista, tatto, uno stimolo sessuale), generando una mancanza di desiderio sessuale o al contrario un aumento del desiderio sessuale. E’ così che, in una società fondata sul piacere, aumentano i problemi del desiderio. Questo apparentemente può essere considerato come un controsenso. In realtà assume un senso nel momento in cui si pensa alla mancanza come una sorta di assuefazione alle normali attività sessuali che porta in alcuni casi all’assenza di rapporti o al contrario alla ricerca di novità o rapporti oltre un certo limite. Manca il concetto di trasgressione di una volta e quindi il rapporto sessuale diventa un qualcosa di scontato, usuale e poco attraente. Nell’adulto il desiderio è un fenomeno dinamico e mutale collegato agli eventi della vita, che può attraversare stadi che vanno dalla passione, al bisogno,all’interesse all’ indifferenza, alla riluttanza fino all’avversione.
Il desiderio sessuale è composto da tre forze
• La componente biologica
• La componente psicologica; influenzata da stati mentali personali
• La componente culturale che consta di valori, significati, regole ruoli sessuali che si apprendono da piccoli e che influenzano l’intera vita dell’individuo.

Il desiderio può essere considerato come espressione di una funzione attivata sia da stimoli esterni (esogeni) che interni (endogeni) tale funzione induce l’individuo a comportarsi sessualmente in un determinato modo. Tra gli stimoli endogeni troviamo l’immaginario erotico,i bisogni pulsionali, gli affetti che vanno ad attivare le vie ed i centri cerebrali che coordinano le emozioni e i comportamenti appetitivi, anche sessuali. Gli stimoli esogeni comprendono i segnali consci o subliminali che ,veicolati dagli organi di senso attivano sia la corteccia cerebrale che le vie ed i centri che coordinano il comportamento sessuale.

 

 DISTURBO DA DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO

Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (disturbo del desiderio/interesse sessuale) consiste nella perdita di interesse nell’attività e nei pensieri erotici. La caratteristica fondamentale del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è quindi, l’insufficienza o l’assenza di fantasie sessuali e del desiderio di attività sessuale. Questo calo del desiderio femminile o maschile può essere totale, e includere tutte le forme di espressione sessuale, oppure può essere situazionale, quando è limitato ad un partner o ad una attività sessuale specifica. Sebbene il numero delle esperienze sessuali sia di solito scarso, la pressione da parte del partner oppure i bisogni non sessuali (per es., di conforto fisico o intimità) possono aumentare la frequenza degli incontri sessuali, nonostante la presenza del calo del desiderio sia nell’uomo che nella donna. Il disturbo da desiderio sessuale si manifesta più’ frequentemente nelle donne.

Sintomi del desiderio sessuale ipoattivo;
• Abusare del telefono nelle ore più’ adatta a fare sesso
• Abusare della televisione nelle ore più’ adatta a fare sesso
• Iniziare una discussione nelle ore più’ adatta a fare sesso
• Accusare vari malesseri soggettivi
• Coricarsi prima o dopo il coniuge
• Lasciare che i bambini vengano nel letto del genitore
• Trascurare aspetto ed igiene
• Stordirsi di alcol e sedativi
• Avere rapporti sbrigativi e monotoni

Le Cause del disturbo da desiderio ipoattivo
Tra le cause del desiderio sessuale ipoattivo femminile e maschile spesso si riscontrano:
• Forte adesione ai valori religiosi e sessuofobia: credenze e pregiudizi che non permettendo lo sviluppo della consapevolezza verso il proprio corpo, la sessualità e il rapporto sessuale con l’altro
• Perdita del potere economico: il soggetto è andato in contro a licenziamenti o cali di lavoro
• Perdita della riproduttività e/o l’invecchiamento: questi fattori possono agire sulla percezione di essere desiderabili producendo un calo della libido femminile e maschile
• Paura di contrarre malattie: in particolare con malattie quali infarto e tumore che producono una perdita di libido
• Perdita dell’autostima: avvertire sentimenti di inadeguatezza nei confronti del partner
• Sensi di colpa: possono manifestarsi verso il partner ufficiale o verso un ex-partner ormai defunto (sindrome del vedovo/a), generando problemi di desiderio e/o di erezione
• Paura della gravidanza: la preoccupazione di avere figli in un momento in cui non ci si sente pronti
• modalità differenti di fare sesso: differenza di vedute con un conseguente calo del desiderio
• Traumi e forti stress: lutti,malattie gravi, difficoltà sul lavoro

Diagnosi di disturbo da desiderio sessuale ipoattivo; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano
A Fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti (o assenti). Il giudizio di carenza o assenza viene fatto dal clinico, tenendo conto dei fattori che influenzano il funzionamento sessuale, come l’età e il contesto di vita del soggetto
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali
C La disfunzione sessuale non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

 

DISTURBO DA AVVERSIONE SESSUALE

Il disturbo da Avversione Sessuale, conosciuto anche come fobia sessuale, è il persistente o il ricorrente evitamento attivo di tutti o quasi tutti i contatti sessuali genitali con una partner, in quanto questi vengono vissuti dall’uomo con ansia, paura o disgusto. Di conseguenza, l’ansia prodotta dal pensiero di potersi trovare in situazioni sessuali fa sì che si evitino tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con il partner. A differenza del paziente con desiderio sessuale Ipoattivo, il paziente con Avversione Sessuale non è né procettivo né recettivo e prova avversione e disgusto, o paura, per tutto ciò che è sessualmente connotato (anche solo in immaginazione). Per ciò che concerne il disturbo da avversione sessuale l’ansia è legata ad una fobia per il sesso. Una volta che la reazione d’ansia si è condizionata a certi stimoli sessuali, la persona tende ad evitare questi ultimi ogni volta che si presentano, allo scopo di non provare l’attivazione ansiosa che viene percepita come soggettivamente spiacevole.

Il disturbo è in genere conseguente ad un abuso sessuale, abuso fisico o trauma.
L’avversione al contatto genitale può essere:
• Generale: si sperimentano panico e repulsione in conseguenza di sensazioni, pensieri, sentimenti o situazioni di natura sessuale ed erotica;
• Specifico: avversione allo sperma, al pene in erezione, ai genitali (propri o del partner), alla nudità, al piacere, all’eccitazione, all’atto della penetrazione, ecc.

La sintomatologia presentata riguarda:
• Ripugnanza persistente o ricorrente nei confronti dell’attività sessuale oppure evitamento della stessa;
• Difficoltà nelle relazioni sessuali: si evita il contatto sessuale genitale con il partner sessuale, si evita di toccarsi e baciarsi, vi è scarso (o nullo) desiderio per l’attività sessuale;
• Provare ansia , paura o disgusto quando si è coinvolti sessualmente.

Il disturbo da avversione sessuale può essere suddiviso in:
• Permanente: la persona ha da sempre presentato un atteggiamento di avversione e di disgusto per il sesso;
• Acquisito: la reazione negativa agli stimoli di natura sessuale dipende da apprendimenti culturali ed esperienze personali che hanno condizionato il soggetto fino a provocare il rifiuto della sessualità.

Cause del disturbo da avversione sessuale
Tra le possibili cause vi sono:
• Esperienze sessuali traumatiche: quali abuso sessuale e/o fisico, aborto;
• Educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica: convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale;
• informazioni sessuali inadeguate: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale;
• Problemi relazionali quali l’infedeltà;
• Pressioni subite in relazioni precedenti;
• Paura della gravidanza;
• Stress esterni: preoccupazioni di tipo economico, problemi di salute, preoccupazione per le implicazioni di una malattia (propria o di una persona cara) e/o paura di una ricaduta, dolore per la perdita di una persona cara, difficoltà sul lavoro, apprensione per i figli e i propri cari, ecc.;
• Stress interni: derivanti dal modo di pensare e di interpretare le situazioni, mancanza di problem- solving per trovare soluzioni adeguate, influenza dello stress sugli ormoni;
• Omofobia interiorizzata;
• Abuso di alcool e droghe;
• Depressione

Diagnosi del disturbo da Avversione Sessuale; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano
A Persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti i contatti sessuali genitali con un partner sessuale
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali
C La disfunzione sessuale non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

DISTURBO DELL’ECCITAZIONE SESSUALE


I disturbi dell’Eccitazione Sessuale implicano una mancanza di reazione alla stimolazione sessuale, mentale o emotiva (soggettiva), oppure fisica (come gonfiore, formicolio o sensazione di pulsazione nell’area genitale oppure umidità vaginale) o di entrambi i tipi. Il disturbo da interesse sessuale/eccitazione è caratterizzato dall’assenza o dalla diminuzione dell’interesse sessuale, dell’avvio dell’attività sessuale, del piacere, dei pensieri e delle fantasie; assenza di desiderio responsivo; e/o mancanza di eccitazione soggettiva o di risposta fisica genitale alla stimolazione sessuale, non genitale, genitale, o entrambe. La riduzione dell’eccitazione sessuale può essere classificata come soggettiva, genitale o combinata. Queste categorie si basano sulla clinica, distinte in parte dalla risposta dell’individuo alla stimolazione genitale e non genitale, come segue:
• Soggettivo: Il soggetto non si sente eccitato da nessun tipo di stimolazione sessuale genitale o non genitale (p. es., baciare, ballare, guardare un video erotico, stimoli fisici), nonostante la presenza della risposta fisica genitale.
• Genitale: l’eccitazione soggettiva avviene in risposta alla stimolazione non genitale (p. es., un video erotico) ma non in risposta alla stimolazione genitale.
• Combinato: l’eccitazione soggettiva in risposta a qualsiasi tipo di stimolazione sessuale è assente o ridotta.

La sintomatologia del Disturbo dell’Eccitazione Sessuale ; I sintomi che si palesano in tale disturbo variano a seconda del genere.
PER LE DONNE
• Disturbo dell’orgasmo femminile: marcato ritardo, marcata infrequenza o assenza dell’orgasmo o intensità significativamente ridotta dell’orgasmo.
• Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione: mancanza o riduzione significativa del desiderio e dell’eccitazione sessuale, che si esprime con la presenza di almeno tre sintomi: assenza/riduzione dell’interesse nei confronti dell’attività sessuale, dei pensieri e delle fantasie erotiche, del piacere, dell’eccitazione nei confronti di stimoli di varia natura e delle sensazioni, genitali e non, durante i rapporti.
• Disturbo da dolore/penetrazione genito-pelvico: persistente o ricorrente difficoltà rispetto a uno o più dei seguenti: penetrazione vaginale durante i rapporti; dolore genito-pelvico; marcata paura o ansia rispetto al dolore in previsione del rapporto o come risultato della penetrazione; marcata tensione dei muscoli pelvici durante i tentativi di penetrazione.

PER GLI UOMINI

• Eiaculazione ritardata: marcato ritardo, marcata infrequenza o assenza dell’eiaculazione, nonstante una stimolazione e desiderio adeguati.
• Disturbo erettile: marcata difficoltà nell’ottenere e/o mantenere l’erezione durante l’attività sessuale e/o marcata riduzione della rigidità dell’erezione.
• Disturbo dell’eiaculazione precoce: l’eiaculazione durante il rapporto si verifica frequentemente entro un minuto dal momento della penetrazione nella vagina e prima che il soggetto lo desideri. La diagnosi può essere fatta anche su soggetti che non praticano penetrazione in vagina ma i criteri di durata non sono stati stabiliti.
• Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo: persistente o ricorrente carenza (o assenza) del desiderio sessuale, dei pensieri e delle fantasie sessuali/erotiche.

Le Cause dei disturbi dell’eccitazione sessuale: I disturbi dell’Eccitazione Sessuale tendono ad avere le stesse cause del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.
Le cause più comuni sono;
• Fattori psicologici (p. es., depressione, ansia, bassa autostima, stress, distraibilità, mancanza di comunicazione tra i partner, altri problemi relazionali)
• Esperienze sessuali non gratificanti (p. es., a causa della mancanza di capacità sessuali o scarsa comunicazione dei bisogni)
• Fattori fisici ( p. es., i disturbi come la sindrome genito-urinaria della menopausa e le distrofie vulvari, i cambiamenti nei livelli di ormoni sessuali, alcuni farmaci, la stanchezza, la debolezza)

• L’uso di alcuni farmaci, come in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, alcuni anticonvulsivanti, e beta-bloccanti, può ridurre l’interesse sessuale, come anche il bere quantità eccessive di alcol. Alcune malattie croniche (p. es., diabete, sclerosi multipla) possono danneggiare i nervi autonomici o somatici o le loro vie, con conseguente diminuzione della sensazione nella zona genitale.
• Cambiamenti dei livelli ormonali( p. es., in menopausa, durante la gravidanza, nel postpartum, con il ciclo mestruale) possono anche influire sull’interesse sessuale. Per esempio, la diminuzione degli estrogeni che si verifica in menopausa può causare la sindrome genitourinaria della menopausa, che può causare dispareunia e quindi ridurre l’interesse sessuale. Riduzione di testosterone legata all’età può ridurre il desiderio sessuale, così come l’iperprolattinemia (che può anche causare dispareunia perché i livelli di estrogeni sono ridotti).

• L’inadeguata stimolazione sessuale o l’impostazione sbagliata per l’attività sessuale possono contribuire alla mancanza di interesse o eccitazione sessuale.

Diagnosi del disturbo da Eccitazione Sessuale ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano
A Persistente o ricorrente incapacità di raggiungere e mantenere fino al compimento dell’attività sessuale, un’adeguata risposta di eccitazione sessuale
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali
C La disfunzione sessuale non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

 DISFUNZIONE ERETTILE

La disfunzione Erettile è la mancata capacità dell’uomo ad avere e a mantenere un’erezione del proprio pene sufficiente per completare un rapporto sessuale. Tale disfunzione è solitamente dovuta a un ridotto afflusso o svuotamento precoce di sangue nel pene, con conseguente mancanza di rigidità dell’organo stesso. E’ un disagio molto comune che influenza in vario modo la vita dei soggetti che presentano tale problematica, agisce negativamente sulle relazioni sociali, sulla qualità della vita provocando spesso depressione, ansia e perdita dell’autostima. Nel passato veniva chimata “impotenza” che sta a significare non avere la forza di fare quacosa, quindi impotente sessuale sta a identificare colui che non ha la capacità di compiere un atto sessuale. Nel ciclo della risposta sessuale , questo tipo di disturbo si presenta nella fase dell’eccitamento, dove il disturbo erettile del maschio si può rintracciare nell’incapacità di raggiungere o mantenere un’adeguata erezione necessaria alla penetrazione e al compimento dell’attività sessuale. L’erezione avviene infatti grazie a due meccanismi tra loro collegati: uno psichico, derivante dal desiderio sessuale, l’altro di natura neuro-vascolare, con vasodilatazione arteriosa e conseguente aumento di volume dei corpi cavernosi associata a veno-occlusione per bloccare la fuoriuscita di sangue dai corpi cavernosi stessi. Benché sia di per sé un disturbo benigno, la disfunzione erettile comporta conseguenze fisiche, psicologiche e comportamentali tali da alterare talvolta pesantemente la qualità della vita di chi ne è affetto, della coppia e della famiglia, nonché dell’efficienza sociale e lavorativa del soggetto. Il primo approccio diagnostico prevede un’accurata indagine sulla storia clinica del paziente, fisica e psicologica, e se possibile, dei suoi partners. L’eziopatogenesi della disfunzione erettile può essere di origine neurologica, vascolare, ormonale, anatomica, conseguente a farmaci o ad altri interventi, o psicogena. Questi disturbi concomitanti o proto-genici possono essere singoli o associati, e alcuni i disturbi psico comportamentali possono essere conseguenze al deficit erettile.

Le cause della disfunzione erettile
Le diverse cause che possono determinare l’insorgenza di una disfunzione erettile si distinguono in:

• Psicogene (ansia e depressione); i meccanismi attraverso i quali i fattori psicologici possono favorire l’insorgenza di una disfunzione erettile non sono ancora completamente conosciuti. Un ruolo fondamentale è sicuramente svolto dall’iperattività del sistema nervoso simpatico, che si verifica ad esempio in condizioni di stress. Una condizione particolare è rappresentata dalla cosiddetta “ansia da prestazione”, che determina un effetto inibitorio sull’erezione ed è frequente tra i giovani alle prime esperienze sessuali, nell’affrontare una nuova partner o dopo il verificarsi di un primo insuccesso nei rapporti sessuali.

• Endocrine (ormonali); (ipogonadismo o riduzione del testosterone) Le malattie endocrine più strettamente correlate all’insorgenza della disfunzione erettile sono l’ipogonadismo e l’iperprolattinemia.

• Neurogene (Sclerosi multipla, morbo di Parkinson, traumi); Tra le patologie neurologiche a carico del sistema nervoso centrale che possono essere correlate alla disfunzione erettile occupano un ruolo di primo piano la Sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Le lesioni del midollo spinale e del bacino si associano molto spesso a disfunzione erettile di grado correlato al livello e all’entità della lesione. Anche i nervi periferici che mediano l’erezione possono essere danneggiati in varie situazioni patologiche, soprattutto in caso di diabete.

• Vascolari (diabete, ipertensione, aterosclerosi); A livello locale, le patologie vascolari responsabili di disfunzione erettile possono essere di natura sia arteriosa che venosa. Nel primo caso il deficit erettile è determinato da un ridotto afflusso di sangue al pene, mentre le patologie venose impediscono che il sangue rimanga ‘intrappolato’ all’interno del tessuto cavernoso del pene.

• Farmacologiche (antiipertensivi, psicofarmaci, terapie ormonali, etc); Circa il 25% delle disfunzioni erettili è causato da una terapia farmacologica. Tra le categorie farmacologiche maggiormente implicate vanno menzionati: gli psicofarmaci, le terapie ormonali, gli antipertensivi. Sono soprattutto questi ultimi, considerata l’elevata incidenza dell’ipertensione arteriosa, a rappresentare una delle principali cause iatrogene di disfunzione erettile.
Tra i beta-bloccanti, il propanololo determina un deficit erettile in circa il 15% degli uomini trattati; i diuretici presentano un rischio di indurre disfunzione erettile più di due volte superiore rispetto al placebo. I tranquillanti maggiori e i sedativi ipnotici inducono deficit erettile e riducono la libido. Alcuni farmaci con azione ormonale possono indurre una disfunzione erettile attraverso una riduzione dei livelli di testosterone o mediante un’azione antagonista nei confronti di quest’ormone.

• Chirurgiche e radioterapiche; La radioterapia e gli interventi chirurgici o endoscopici a livello della pelvi possono determinare una disfunzione erettile a seguito di lesioni nervose o vascolari. La prostatectomia radicale per carcinoma della prostata e la cistectomia radicale per carcinoma della vescica rappresentano, tra gli interventi urologici, le principali cause di disfunzione erettile postchirurgica.

I sintomi caratteristici della disfunzione erettile sono;
• Assenza di erezione durante la notte o al momento del risveglio al mattino
• Intorpidimento nell’area tra e intorno la regione delle natiche e genitale (chiamata l’area della sella)
• Crampi dolorosi nei muscoli delle gambe che si verificano durante l’attività fisica, ma che si risolvono prontamente con il riposo (claudicazione)

Diagnosi del disturbo Erettile ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano
A L’uomo deve riscontrare in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali (almeno nel 75% dei casi circa), uno dei seguenti sintomi:
1. Marcata difficoltà di ottenere un’erezione durante l’attività sessuale
2. Marcata difficoltà nel mantenere l’erezione fino al completamente dell’attività sessuale
3. Marcata diminuzione della rigidità erettile

Il sintomo (o i sintomi) si può evidenziare in modo generalizzato ossia in ogni circostanza o in modo situazionale ossia con con un tipo di stimolazione, situazione o partner.
B I sintomi del criterio A si sono protratti come minimo per circa 6 mesi.
C I sintomi del criterio A causano nell’individuo disagio clinicamente significativo
D Perchè si possa parlare di disturbo erettile, il problema erettile non deve essere il sintomo di un disturbo mentale non sessuale o la conseguenza di un grave disagio relazionale o di altri significativi fattori stressanti e non deve essere attribuibile agli effetti si una sostanza/farmaco o di un’altra condizione medica.
Per una corretta diagnosi, inoltre, si dovrebbe specificare se il disturbo erettile è:
• Lifelong: è presente da quando l’individuo diventa sessualmente attivo

• Acquisito: è iniziato dopo un periodo di funzione sessuale relativamente normale.

 

 DISTURBO DELL’ECCITAZIONE SESSUALE FEMMINILE

La caratteristica fondamentale del disturbo dell’eccitazione femminile è la persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata reazione di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza. Il disturbo di eccitazione femminile può essere primario (la fase di eccitazione non è stata mai sperimentata in nessuna situazione e con nessun partner), secondario (la fase di eccitazione, almeno in una certa misura, è stata sperimentata in passato), generalizzato (l’eccitazione è inibita in tutte le situazioni e con tutti i partner) o situazionale (l’eccitazione è inibita solo in certe situazioni e con certi partner). Il disturbo dell’eccitazione femminile è spesso collegato con una disfunzione orgasmica, anche se però vi sono casi in cui se,adeguatamente stimolata, la donna riesce a raggiungere l’orgasmo pur in assenza di eccitazione, si potrà pertanto sperimentare l’orgasmo senza una lubrificazione palese. Chi soffre di tale disturbo è priva di sensazioni sessuali, a livello fisiologico non mostrano segni di vaso congestione genitale in risposta alla stimolazione sessuale, oppure reagiscono soltanto parzialmente, con una leggera lubrificazione, allo stimolo meccanico del pene nella vagina. L’eccitazione è un’emozione successiva e simile a quella del desiderio, ma più sviluppata a livello corporeo, è un fenomeno prettamente fisico nasce da una percezione,sia mentale che fisica, di cambiamenti che portano all’attività sessuale. Nelle donne affette da disturbo di eccitazione è alterata la risposta di eccitamento, la donna affetta dal disturbo dell’eccitazione sessuale non percepisca alcuna sensazione di attivazione sessuale. Nei casi in cui l’assenza di eccitazione è accompagnata da dolore nel corso del rapporto sessuale, è facile che la donna cominci ad evitare il contatto sessuale con il partner.

Le cause del disturbo da eccitazione femminile sono;

• Scarso tono dei muscoli perivaginali (soprattutto pubo-coccigei),risulterebbe in un’assenza di sensibilità sessuale nell’area vaginale e quindi comporterebbe difficoltà di eccitamento e di orgasmo
• Difficoltà nell’elaborazione di fantasie sessuali
• Carenze ormonali (estrogeni e/o testosterone) e menopausa
• Fobie sessuali specifiche;
• Scarse abilità sessuali della donna e/o del partner;
• Scarse abilità di comunicazione della coppia

I sintomi dell’eccitazione sessuale femminile consistono in marcata o significativa riduzione del desiderio e/o eccitazione sessuale che si può manifestare come:

• Assente o ridotto interesse per l’attività sessuale.
• Assenti o ridotti pensieri o fantasie sessuali/erotiche
• Assente o ridotta iniziativa nel rapporto sessuale e generale rifiuto delle iniziative del partner
• Assenza o riduzione dell’eccitazione e/o del piacere durante l’attività sessuale in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali
• Assenza o riduzione del desiderio e/o dell’eccitazione sessuale in risposta a possibili stimoli sessuali/erotici interni o esterni (es visivi, verbali, scritti)
• Assenti o ridotte sensazioni genitali o non genitali durante l’attività sessuale in tutti o quasi tutti i rapporti sessuali.

Diagnosi del disturbo dell’eccitazione sessuale femminile ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A mancanza, o significativa riduzione, di desiderio/eccitazione sessuale, come manifestato da almeno 3 dei seguenti problemi:
• Assente o ridotto interesse per l’attività sessuale;
• Assenti o ridotti pensieri o fantasie sessuali/erotiche;
• Nessuna iniziativa di attività sessuale e nessuna risposta ai tentativi da parte del partner;
• Assente o ridotto piacere ed eccitazione sessuale durante l’attività sessuale;
• Il desiderio non è scatenato da alcuno stimolo sessuale;
• Assenti o ridotti cambiamenti genitali e/o non-genitali durante l’attività sessuale.
B. I sintomi sono protratti come minimo per circa 6 mesi
C Il problema causa disagio clinicamente significativo o impedimenti

D. La disfunzione sessuale non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

DISTURBI DELL’ORGASMO MASCHILE


La caratteristica fondamentale del disturbo dell’Orgasmo maschile e’ un persistente o ricorrente ritardo, o assenza dell’orgasmo, dopo una fase di normale eccitazione e nell’ambito di una attività’ sessuale che, tenendo conto dell’età’ del soggetto, può’ giudicarsi adeguata per localizzazione, intensità’ e durata
Se il disturbo e’ sempre stato presente fin dall’inizio dell’attività’ sessuale, lo definiamo primario o permanente, se invece interviene a un certo punto della vita sessuale, secondario o acquisito.
IL disturbo dell’ Orgasmo maschile può essere descritto come;
• Generalizzato se e’ presente in tutte le situazioni, cioe’ masturbazione, rapporto sessuale, ecc.

• Situazionale se e’ invece presente in alcune situazioni e non in altre.

Nel caso in cui c’e’ assenza dell’orgasmo sia primaria che generalizzata, gli individui rientrano nella categoria di uomini che non hanno mai sperimentato un orgasmo nella loro vita, pur ricercando e ottenendo, attraverso la masturbazione o un rapporto sessuale, una stimolazione che sarebbe normalmente adeguata a produrlo. La forma piu’ comune di disturbo dell’Orgasmo maschile è quella situazionalein cui, in genere, si puo’ raggiungere l’orgasmo masturbandosi, ma non si riesce ad ottenerlo in presenza della partner.
Altra situazione piuttosto comune è quella in cui non si riesce ad ottenere l’orgasmo con la penetrazione, ma si può ottenerlo con la stimolazione manuale da parte della partner. Naturalmente tutte queste ultime situazioni possono presentarsi nella stessa persona, in momenti diversi.

Le cause del disturbo dell’orgasmo maschile possono essere;

• Cause fisiche

Molto raramente si riscontrano disturbi dell’orgasmo a causalita’ organica. Nella forma secondaria o acquisita possono rivestire un certo ruolo l’assunzione di farmaci (ad esempio antidepressivi), traumatismi che interessino il midollo spinale, ecc.

• Cause psicologiche

Le cause di coppia e quelle intrapsichiche possono essere intrecciate fra di loro.
Queste difficolta’ possono basarsi sulla poca conoscenza delle dinamiche sessuali, causate talvolta dalla presenza di timori e sensi di colpa che ostacolano a sperimentazione e l’esplorazione della sessualita’, e portano a produrre tecniche sessuali inadeguate.

Cause all’interno della coppia

• il rifiuto, spesso non riconosciuto, della partner
• mancanza di fiducia
• lotte per stabilire chi comanda e chi controlla, ecc.

I sintomi dei disturbo dell’ orgasmo maschile sono: Il sintomo presente in tale disturbo è l’anorgasmia ovvero assenza ed impossibilità di raggiungere l’orgasmo.

Diagnosi del disturbo dell’ Orgasmo maschile ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A Persistente o ricorrente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale nell’ambito di una attività sessuale che il clinico, tenendo conto dell’età del soggetto, giudica adeguata per localizzazione,intensità e durata.

B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali

C La disfunzione dell’orgasmo non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

EIACULAZIONE PRECOCE


L’Eiaculazione Precoce (EP) è “Una modalità persistente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali, circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri” (DSM-5, 2014). L’eiaculazione precoce (EP) è la più frequente disfunzione sessuale nell’uomo, in Italia riguarda circa 4 milioni di persone tra i 18 e i 60 anni, il 25-30% della popolazione di sesso maschile. Ma è anche la patologia meno diagnosticata, questo perché per il 75% degli uomini è un problema imbarazzante di cui si parla malvolentieri, ancor più imbarazzante della disfunzione erettile, con un notevole impatto sulla qualità di vita: ansia scarsa autostima, imbarazzo, rassegnazione e frustrazione. E con effetti negativi anche sul rapporto di coppia e sulla vita della partner. Gli uomini con questo disturbo vivono rapporti sessuali veloci e insoddisfacenti compromettendo la qualità della vita. La compromissione spesso si manifesta nella relazione di coppia (etero o omosessuale) generando conflitti, equivoci e malumori che rinforzano e aggravano la sintomatologia stessa.
Esistono vari tipi di eiaculazione precoce: permanente (lifelong), acquisita (esordisce dopo un periodo di funzionamento sessuale normale), situazionale (solo con stimolazione, situazione o partner specifici) e generalizzata (si verifica in tutte le situazioni). L’ eiaculazione precoce viene osservata maggiormente in uomini giovani e generalmente è presente fin dalle loro prime esperienze sessuali (lifelong). Comunque, alcuni uomini perdono la capacità di ritardare l’orgasmo dopo un periodo di funzionamento adeguato. La maggior parte dei giovani maschi impara a ritardare l’orgasmo con l’esperienza sessuale e con l’età, ma alcuni continuano ad eiaculare precocemente e possono cercare aiuto per il proprio disturbo. Alcuni maschi riescono a ritardare l’eiaculazione nell’ambito di una relazione stabile, ma manifestano nuovamente i sintomi dell’eiaculazione precoce quando hanno un nuovo partner. Concluduendo si può affermare che l’ eiaculazione precoce è un riflesso eiaculatorio sul quale il paziente ha uno scarso o assente controllo, con giustificate conseguenze negative a livello personale e disagio nel rapporto di coppia.

Le Cause dell’eiaculazione precoce; sono multifattoriali

Cause psicologiche
L’aspetto psicologico è fondamentale . Ansia sociale, ansia da prestazione, depressione, problemi di coppia, insoddisfazione per l’immagine corporea, assuefazione da masturbazione ed esperienze sessuali negative sono tutti fattori che spesso contribuiscono a generare il disturbo.
Cause organiche
Esistono rari casi di precocità eiaculatoria, generalmente transitoria, connessi a cause organiche. Tra queste vi sono:
• Anomalie anatomiche del frenulo (breve)
• Ipersensibilità del glande,
• Stati infiammatori
• tumori midollari
• Stress
• Problemi Ormonali
Sintomi dell’eiaculazione precoce; l’eiaculazione precoce si manifesta con un sintomo chiaro, l’incapacità di procrastinare il riflesso eiaculatorio. Può presentarsi a seguito di una stimolazione anche minima,oppure addirittura prima del rapporto sessuale. In ogni caso prima di quanto il paziente desidererebbe che accadesse

Conseguenze della precocità eiaculatoria

Chi è affetto da eiaculazione precoce lamenta mancanza di controllo della stessa e apprensione per l’incapacità di ritardarla. Questa disfunzione può portare a , bassa autostima , senso di inadeguatezza, frustrazione, mancanza di assertività e diminuzione del desiderio, piacere/soddisfazione sessuale con ripercussioni nelle relazioni di coppia.Il disagio è vissuto anche dal partner il quale, inconsapevolmente, ne aggrava il disturbo e soffre lui stesso. Spesso l’eiaculazione rapida viene letta dal partner come mancanza di rispetto e di attenzione o come indice di egoismo.
Diagnosi del disturbo di eiaculazione precoce ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una minima stimolazione sessuale, prima, durante o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri. Il clinico deve tener conto dei fattori che influenzano la durata della fase di eccitazione, come l’età la novità del partner sessuale o della situazione, e la frequenza recente dell’attività sessuale
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali

C L’ eiaculazione precoce non è dovuta esclusivamente agli effetti diretti di una sostanza

 

 DISTURBI DELL’ORGASMO FEMMINILE

L’orgasmo femminile è definito, a livello fisiologico, come un riflesso che si genera principalmente dalla stimolazione dei nervi sensoriali localizzati nel clitoride, ma anche tramite impulsi provenienti da altre aree, tra cui l’accesso vaginale e i capezzoli. Tale riflesso è caratterizzato da contrazioni ritmiche dell’utero, della vagina e dello sfintere rettale, da ipertonia muscolare generalizzata, da contrazioni dei muscoli addominali e dei glutei.n tempo tale disfunzione veniva chiamata frigidità, tuttavia tale termine è stato abbandonato perché non scientifico e in un certo senso dispregiativo La parola “orgasmo” è presente in tutte le culture, con nomi differenti a seconda della cultura di riferimento: climax o orgasm in inglese, ssukunin urdu, trupti in tamil, orgazam in serbocroato, orgazmus in slovacco, ecc. A livello soggettivo le sensazioni solitamente riferite durante l’orgasmo femminile comprendono descrizioni come “raggiungere l’acme”, provare l’accumularsi di una tensione e quindi liberarla, un senso di contrazione nell’area genitale e/o un periodo di elevata eccitazione seguita da un improvviso sollievo e rilassamento. L’orgasmo è raggiunto infatti al culmine dell’eccitazione e mette fine alla reazione sessuale, spegnendo momentaneamente il desiderio.

Secondo uno studio storico (Master e Johnson, 1966) LE fasi di risposta risultano essere quattro e presuppongono:
1. Eccitazione: questa è la fase in cui ci si sente attratti da un’altra persona. Poiché è caratterizzata dalla presenza del desiderio, può derivare d stimoli sessuali fisici o psicologici, cioè rappresentati da idee o ricordi di incontri sessuali passati
Nel corpo della donna e dell’uomo, in queste fasi, si verificano dei cambiamenti fisiologici che li permettono di appagare lo stimolo sessuale: la vagina nella donna e i corpi cavernosi del pene nell’uomo, vengono irrorate da un consistente afflusso di sangue.

2. Plateau: nella fase successiva la stimolazione, vediamo come il livello di eccitazione aumenta e insieme a questo anche il respiro, la pressione sanguigna e il battito cardiaco. Anche in questa fase si verificano dei cambiamenti fisici nel corpo della donna e dell’uomo, affinché siano pronti per il rapporto. Nella donna, il seno, la vagina, le piccole e grandi labbra aumentano di volume, come anche l’utero e il clitoride si elevano e le ghiandole di Bartolini rilasciano piccole quantità di fluido nella regione dell’apertura vaginale.

3. Orgasmo: in questa fase è liberata tutta la tensione sessuale accumulatasi precedentemente: questo risulta essere il momento di massimo piacere sessuale. In questa fase la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la velocità respiratoria raggiungono il loro apice: nella donna l’utero si contrae, così come anche la vagina e lo sfintere anale, gli addominali ed i glutei. Nell’uomo invece l’orgasmo sembra essere caratterizzato da una serie di contrazioni involontarie e ritmiche dei dotti genitali e del pene stesso che fanno scattare il riflesso che porta ad eiaculare.

4. Risoluzione: questa è la fase successiva all’orgasmo, fase in cui il corpo della donna ritorna a uno stato di rilassamento e le funzioni organiche ad uno stato di normalità. Se la donna quindi risulta disponibile fin da subito nell’uomo ciò è possibile dopo avere superato un periodo di latenza che permetta che creazione del liquido seminale.
Quindi si può affermare che la caratteristica fondamentale del disturbo dell’orgasmo femminile è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo (anorgasmia) dopo una fase normale di eccitazione sessuale, dovuta ad un’ inibizione specifica della componente orgasmica della reazione sessuale.
La donna soffre di disfunzione orgasmica primaria ; se non ha mai sperimentato un orgasmo (anorgasmia primaria)
La donna soffre di disfunzione orgasmica secondaria; se il disturbo si è sviluppato dopo un periodo durante il quale la donna raggiungeva l’orgasmo normalmente
Tale disfunzione può essere;
Assoluta; la donna non è in grado di raggiungere l’orgasmo né coitale né clitorideo in nessuna circostanza
Situazionale; la donna potrà raggiungere un orgasmo, ma solo in circostanze particolari e/o con particolari tipi di stimolazione non coitale
Chi soffre di disfunzione orgasmica (ex frigidità) ha, generalmente, una normale spinta sessuale, una normale lubrificazione, prova piacere nei preliminari sessuali e la penetrazione è connotata da sensazioni erotiche gradevoli, anche se insufficienti a far scattare il riflesso.

Un recente studio della Rutger University ha evidenziato effetti positivi dell’orgasmo, appena si è svegli

• un abbassamento dei livelli di cortisolo
• la produzione di ossitocina
• un abbassamento dello stress
• una sensazione di benessere
• funzione di antidolorifico, poiché sembra riuscire ad alterare la percezione del dolore, forse perché il piacere sessuale riesce a stimolare le aree cerebrali legate al dolore.

Concludendo si può affermare che le donne che riferiscono di non sapere se hanno mai raggiunto un orgasmo, non l’hanno certamente mai raggiunto e soffrono della cosiddetta anorgasmia

Cause del disturbo dell’orgasmo Femminile

Cause mediche e farmacologiche

Il disturbo dell’orgasmo può essere secondario a:

• malattie endocrine: Malattia di Addison (insufficienza surrenale);
• malattie dell’ipofisi: ipopituitarismo;
• transezione completa del midollo spinale (pazienti paraplegici e tetraplegici);
• antidepressivi MAOIs (Inibitori delle Monoamine-Ossidasi): Parmodalin (Tranilcipromina), Nardil (Fenelzina);
• antidepressivi triciclici: Anafranil (Clomipramina), Tofranil (Imipramina), Trittico (Trazodone), Laroxil (Amitritiptilina );
• antidepressivi SSRI (Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina): Eutimil (Paroxetina), Seroxat (Paroxetina), Sereupin (Paroxetina), Daparox (Paroxetina);
• neurolettici tipici: Largactil (Clorpromazina), Prozin (Clorpromazina), Talofen (Promazina);
• anfetamine e cocaina.

Cause psicologiche

• traumi sessuali pregressi: abuso sessuale e/o fisico, aborto

• Convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale

• Informazione sessuale inadeguata: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale

• Timore di perdere il controllo: la paura di dire o fare qualcosa di sconveniente e/o di lasciarsi andare durante i rapporti sessuali non favorisce il rilassamento e lo stato di abbandono necessario per sperimentare l’orgasmo

• Scarsa conoscenza della propria sessualità e del proprio corpo: assenza di una storia di masturbazione, ecc.

• Difficoltà verso le novità: alcune donne, in presenza di partner nuovi, presentano un’iniziale incapacità di lasciarsi andare

• Ansia da prestazione: la donna insegue continuamente l’orgasmo come dimostrazione di normalità, di amore per il partner, ecc. così che l’ansia finisce per inibire l’orgasmo e mantenere il disturbo

• depressione, ansia

Fattori ambientali e relazionali

• l’ignoranza o le restrizioni culturali e religiose;
• l’inesperienza, associate a disturbi sessuali del partner maschile;
• un’educazione repressiva nei confronti del sesso;
• la morale molto rigida;
• conflitti di coppia;
• l’insoddisfazione coniugale;
• scarsa comunicazione tra i due partner sui desideri sessuali;
• inadeguata stimolazione da parte del partner.

Il sintomo principale, ovviamente, è l’incapacità di raggiungere l’orgasmo durante una stimolazione o un rapporto sessuale (anorgasmia coitale).

Diagnosi del disturbo dell’orgasmo Femminile ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A persistente o ricorrente ritardo,o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale normale. Le donne mostrano un’ampia variabilità nel tipo o nell’intensità della stimolazione che induce l’orgasmo. La diagnosi di disturbo dell’orgasmo femminile dovrebbe basarsi sulla valutazione del clinico che la capacità di orgasmo della donna sia minore di quanto ci si aspetterebbe per età, esperienza sessuale, e adeguatezza della stimolazione sessaule ricevuta
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali

C La disfunzione dell’orgasmo non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

DISTURBI DA DOLORE SESSUALE; DISPAREUNIA E VAGINISMO


Una corretta diagnosi del disturbo da dolore sessuale è la prima tappa importante e necessaria per un adeguato intervento psicoterapeutico e sessuologico che miri alla loro cura. i Disturbi da Dolore Sessuale rappresentano problematiche molto frequenti, con importanti ripercussioni sulla qualità della vita delle donne. Il dolore sessuale e l’ansia anticipatora innescano una sorta di circolo vizioso che, con il tempo, inibisce il desiderio e blocca il ciclo della risposta sessuale. Spesso, donne che affermano di provare dolore da molto tempo sostengono anche di provare scarso desiderio e difficoltà di eccitazione. I disturbi da dolore sessuale, detti anche disturbi da dolore coitale e non coitale, possono essere classificati in; Dispareunia e Vaginismo

• Dispareunia
Il termine “dispareunia” deriva dalle parole greche δυσ (difficoltà)ù παρά (vicino) εÙνή (letto): indica una condizione dolorosa avvertita dalla donna durante il rapporto sessuale, in prossimità della zona che interessa la vagina; nonostante sia considerata per lo più un disturbo femminile, la dispareunia può affliggere anche gli uomini, coinvolgendo i genitali. Nella dispareunia il dolore coincide con l’atto sessuale. E’ quindi, un dolore fisico percepito durante il rapporto sessuale o immediatamente seguente ad esso, un dolore fisico percepito durante il rapporto sessuale o immediatamente seguente ad esso, non completamente spiegabile con una causa medica, non attribuibile essenzialmente a scarsa lubrificazione vaginale, non dovuto a significative contrazioni muscolari come nel vaginismo. Il dolore può essere avvertito come localizzato superficialmente o in profondità, e percepito solo durante le spinte del pene. La dispareunia Può svilupparsi sia negli uomini che nelle donne, sebbene sia molto più frequente in queste ultime. Nelle donne con dispareunia si riscontrano frequentemente ansia elevata e marcata tendenza all’ipercontrollo, caratteristiche che tendono ad aumentare la tensione dei muscoli perivaginali e a produrre una minore lubrificazione vaginale, ciò incrementa la possibilità che si percepisca dolore durante la penetrazione.
Il disturbo può essere di tipo:
• Primario: la dispareunia è presente fin dall’inizio dell’attività sessuale;
• Secondario: il dolore si è sviluppato in seguito a un periodo di normale funzionamento sessuale;
• Generalizzato: la dispareunia è presente costantemente e al variare dei partner;
• Situazionale: l dolore si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner.

Tra le cause della Dispareunia è possibile riscontrare:
Cause mediche
Sia nell’uomo che nella donna, la dispareunia può essere dovuta a cause organiche, in particolare a malattie genito-urinarie.
La dispareunia può svilupparsi in seguito a:

UOMO DONNA
MALATTIE GENITO-URINARIE;
malattie veneree (HIV, Gonorrea, Sifilide,Infezioni da Trichomonas, Infezioni da funghi), Anche la Prostatite e l’Uretrite possono portare a eiaculazione dolorosa

LA MALATTIA DI PEYRONIE;
( curvature del pene a causa fibrosi) può portare ad erezioni dolorose

ALLERGIE A CREME O A SCHIUME CONTRACCETTIVE
MALATTIE GENITO-URINARIE;
malattie veneree (Trichomonas,Clamidia, candida Mycloplasma,Klebsiella), Malattia infiammatoria pelvica ( Infezioni dell’endometrio), Vaginiti (causate da infezioni o insufficienza degli estrogeni)

IMENE NON PERFORATO

POSTUMI DA PARTO

EPISIOTEMIE O ALTRI ESITI CHIRURGICI

SCARSA LUBRIFICAZIONE VAGINALE, ADERENZE

ATROFIA MUSCOLARE POST MENOPAUSA E CARENZE DI ESTROGENI

Cause psicologiche
Nell’uomo, anche se questo disturbo è raro, in genere, quando si presenta, può derivare da un malessere psicologico persistente e secondario a una condizione organica risolta già da tempo.
Nelle donne, invece, la causa principale è uno stato ansioso che provoca alterazioni nella lubrificazione e nell’elevazione del tono muscolare vaginale.
Il disturbo può anche essere conseguente a:
• Esperienze sessuali traumatiche
• Educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica:convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale
• Informazioni sessuali inadeguate: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale
• Atteggiamenti di ipercontrollo
• Incapacità di rilassarsi
• Stile cognitivo di tipo catastrofizzante
• Omofobia interiorizzata

Diagnosi del disturbo di Dispareunia ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A persistente o ricorrente dolore genitale associato al rapporto sessualein un maschio o in una femmina
B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali
C L’anomalia non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione, non è meglio giustificata da un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.
• Vaginismo
Per vaginismo si intende una contrazione involontaria dei muscoli vaginali che impedisce o rende difficile la penetrazione vaginale, nonostante la donna senta il desiderio di avere un rapporto sessuale. La contrazione interessa i muscoli perineali (posti tra l’orifizio anale e quello vaginale) della vulva e dell’orifizio vaginale. Quindi il vaginismo è, infatti, uno spasmo involontario dei muscoli che circondano la vagina che, chiudendo l’apertura vaginale, rende la penetrazione difficile e dolorosa, in alcuni casi impossibile. Oltre allo spasmo dei muscoli dell’accesso vaginale, le pazienti affette da vaginismo manifestano solitamente anche fobia del coito e della penetrazione vaginale. Il vaginismo non di rado, infatti, diventa una vera e propria reazione condizionata, risultante dall’associazione di dolore e paura, o di qualsiasi altra contingenza negativa, ai tentativi di penetrazione vaginale o anche alla sola fantasia di penetrazione. La paura di provare dolore è così presente da rendere indispensabile l’anestesia per poter effettuare anche gli esami medici vaginali.Una buona parte delle donne vaginismiche non è consapevole del fatto che uno spasmo muscolare è alla base del loro problema La valutazione del vaginismo va fatta sulla base di due paramenti fondamentali: l’intensità dello spasmo muscolare e la gravità della fobia.Talvolta il vaginismo può essere legato alla paura di una gravidanza, o ad un suo rifiuto, che la donna non riesce ad esplicare a se stessa o al partner.D’altronde, questo non significa che le donne affette da vaginismo non possano raggiungere e mantenere una soddisfacente eccitazione sessuale. Queste possono ricercare attivamente il contatto sessuale a patto che la penetrazione vaginale venga evitata.
Una visita ginecologica mirata può portare a riconoscerne 4 gradi:
1. spasmo muscolare che scompare con la rassicurazione;
2. spasmo muscolare che persiste durante la visita ginecologica;
3. spasmo muscolare e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita ginecologica;
4. spasmo muscolare, adduzione delle cosce, difesa e retrazione di tutti i muscoli addominali, inarcamento dorsale, fino al rifiuto completo della visita ginecologica.

In genere, i vaginismi di 1 e 2 grado rendono possibile la penetrazione, che è comunque dolorosa. Si parla di dispareunia, ossia di dolore al tentativo e/o al rapporto che può essere causato da molti altri fattori di natura organica capaci di indurre un vaginismo definito secondario.
Patologie genitali e/o pelviche di varia natura capaci di provocare dolore al rapporto possono poi generare l’induzione secondaria di uno spasmo difensivo dei muscoli perivaginali che può perdurare anche quando la causa organica è completamente risolta, perché la memoria del dolore o la paura che la patologia si ripresenti sono fonti di ansia da interferire con il desiderio del rapporto sessuale. I vaginismi di 3 e 4 grado sono maggiormente correlati alla sfera psicologica, ma possono anche affondare le loro radici nell’universo biologico, e sono in genere vaginismi primari.
Il vaginismo è classificato come:

• Primario: la donna non è mai riuscita ad avere un rapporto sessuale con penetrazione a causa delle contrazioni involontarie dei suoi muscoli vaginali;
• Secondario: donne che sono state in grado di sperimentare un rapporto in passato, ma che non riescono più ad essere penetrate in seguito alle contrazioni involontarie;
• Generalizzato: il vaginismo è presente costantemente e al variare dei partner;
• Situazionale: la disfunzione si verifica solo con un certo tipo di stimolazione, in certe situazioni e con certi partner.

Frequentemente le donne con vaginismo possono presentare alcune delle seguenti caratteristiche: personalità fobica, tendenza all’ipercontrollo,poca familiarità con l’anatomia dei propri organi genitali, sensi di colpa, paura degli uomini, forte conflittualità col partner, paura di lasciarsi andare. In alcuni casi è legato ad un problema all’interno della coppia, dove il sintomo ha una sua specifica funzione per uno dei due.
Tra le cause del Vaginism è possibile riscontrare:

Cause Fisiche

Il vaginismo è imputabile a fattori fisici associati a stati dolorosi localizzati nell’area vaginale, quali:

• Eccessiva rigidità dell’imene;
• Resti imenali dolorosi;
• Endometriosi;
• Atrofia senile della vagina;
• Tumori pelvici;
• Malattie infiammatorie delle pelvi.

Cause Psicologiche

Più frequentemente i fattori psicologici sono alla base dello sviluppo del vaginismo. In particolare, il disturbo è spesso conseguente a:

• Traumi precedenti: abuso fisico e/o sessuale;
• malattie insorte durante l’infanzia: per cui il corpo è stato esposto ripetutamente a trattamenti invasivi;
• Informazione sessuale inadeguata, rigida educazione familiare e/o religiosa: paura del proprio corpo e del suo funzionamento, terrore della penetrazione (in quanto ‘sconosciuta’), o di provare dolore, con il risultato che la persona è sessualmente inibita;
• Atteggiamenti di ipercontrollo;
• Incapacità di rilassarsi;
• Reazione secondaria alla dispareunia;
• Scarso o nullo desiderio, fino all’avversione, per la gravidanza;
• Disfunzione sessuale maschile: vi è una frequente associazione tra vaginismo nella donna e disturbo dell’erezione nell’uomo;
• Omofobia interiorizzata

Diagnosi del disturbo di Vaginismo ; secondo il DSM-5 ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition ) si può diagnosticare tale disturbo se i pazienti manifestano

A persistente o ricorrente spasmo involontario della muscolatura del trzo esterno della vagina, che interferisce con il rapporto sessuale

B L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali

C L’anomalia non è meglio attribuiile ad un altro disturbo di asse I e non è dovuto esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale.

 

 

DISTURBO DI DISFORIA DI GENERE

L’identità di genere è uno dei fattori psicosessuali che insieme con l’identità sessuale, l’orientamento sessuale ed il comportamento sessuale, vanno a costituire, nel contesto generale della personalità, la sessualità dell’individuo. L’identità di genere è la sensazione soggettiva e profondamente radicata che ognuno ha di essere uomo o di essere donna e che generalmente corrisponde al sesso biologico della persona. La disforia di genere in precedenza chiamato disturbo dell’identità di genere indica quella condizione per cui un individuo non si identifica con il proprio sesso biologico, ma con quell’opposto. Infatti, l’identità di genere è la percezione individuale di appartenere a un sesso piuttosto che a un altro. La persona con disforia di genere vive una completa disarmonia tra gli aspetti biologici e l’identità di genere, con la costante consapevolezza di appartenere al genere opposto e di essere imprigionato in un corpo che non lo rappresenta. Questo disturbo trova caratteristicamente il proprio esordio fin dall’infanzia, manifestandosi con un disgusto per i propri caratteri sessuali distintivi ed il cui esito possibile, in età adulta, è il transessualismo, in cui vi è una attribuzione chirurgica di sesso. Per diagnosticare un disturbo dell’identità di genere, è necessaria, la presenza di una sofferenza significativa o di una compromissione evidente nell’area di funzionamento sociale, professionale o in altre aree. La disforia di genere è una condizione che si presenta con malessere e disagio profondo nei confronti delle caratteristiche sessuate del proprio corpo, sentito come estraneo, lo stesso senso di estraneità viene provato per i comportamenti e gli atteggiamenti che sono tipici del proprio sesso, all’interno del quale il soggetto non si riconosce. Riferendosi alla Disforia di genere, anziché al Disturbo dell’Identità di Genere, si punta finalmente l’attenzione più al disagio affettivo e cognitivo provato in relazione al genere assegnato e inoltre ci si concentra sulla disforia come problema clinico e non sull’identità in sé. Come accennato, la diagnosi di Disforia di genere interessa gli individui che mostrano una marcata incongruenza tra il genere che è stato loro assegnato alla nascita e il genere da loro esperito e deve esserci evidenza di una sofferenza legata a questa discrepanza. La Disforia di genere può riguardare sia i soggetti di sesso femminile (female to male, FtM) che quelli di sesso maschile (male to female, MtF); risulta comunque più frequente nella forma MtF.
Problematiche psicologiche associate alla Disforia di Genere

Opinione condivisa e di fondamentale importanza è quella di tentare di ridurre il disagio indotto dalla disforia di genere a causa delle problematiche psicologiche associate a questa condizione.
Tali aspetti, particolarmente presenti durante l’età evolutiva, riguardano:
• Ansia
• Depressione
• Disturbi alimetari, causati principalmente dal tentativo di controllare lo sviluppo del proprio corpo durante la pubertà e limitare i cambiamenti tipici di una maggiore “caratterizzazione sessuale” corporea
• Autolesionismo
• Ideazioni suicidarie (presente fino al 60% delle situazioni).
È stato dimostrato che, prima si interviene per garantire sostegno e comprensione ai ragazzi che presentano queste condizioni, minori sono i rischi per la loro salute e per il benessere psicofisico.
I professionisti della salute mentale, in base al loro orientamento teorico, possono usare diversi approcci terapeutici, con lo scopo di accompagnare la persona nell’esplorazione della propria identità, così da garantirle uno stile di vita stabile a lungo termine con probabilità realistiche di successo nelle relazioni interpersonali, nel lavoro e nell’espressione stessa dell’identità di genere (Dèttore, 2005).

Diagnosi del disturbo di Disforia di Genere diagnosi in tutte le età

La disforia di genere si esprime in modo diverso in diverse fasce di età. Ma per la diagnosi di disforia di genere nei gruppi di tutte le età, i criteri DSM-5 richiedono la presenza di entrambe le seguenti manifestazioni sintomatiche:
• Incongruità marcata tra sesso di nascita e identità di genere percepita (identificazione con il genere opposto), che è stata presente per ≥ 6 mesi
• Disagio clinicamente significativo o compromissione funzionale risultanti da questa incongruenza

Diagnosi nei bambini

In aggiunta alle caratteristiche richieste per tutte le età, i bambini devono avere ≥ 6 dei seguenti:

• Un forte desiderio di appartenere o l’urgenza di essere dell’altro genere (o qualche altro genere)
• Una forte preferenza nel vestirsi con abiti tipici del sesso opposto e, nelle ragazze, resistenza all’utilizzo di abbigliamento tipicamente femminile
• Una forte preferenza per lo scambio di ruoli sessuali quando si gioca
• Una forte preferenza per giocattoli, giochi e attività tipiche dell’altro genere
• Una forte preferenza per compagni di gioco di altro genere
• Un forte rifiuto di giocattoli, giochi e attività tipiche del genere che corrisponde al sesso di nascita
• Una forte avversione verso la loro anatomia
• Un forte desiderio nei confronti delle caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie che corrispondono all’identità di genere percepita

Diagnosi in adolescenti e adulti
In aggiunta alle caratteristiche richieste per tutte le età, adolescenti e adulti devono avere ≥ 1 dei seguenti:

• Un forte desiderio di liberarsi (o per i giovani adolescenti, prevenire lo sviluppo) delle loro caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie
• Un forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie che corrispondono al genere percepito
• Un forte desiderio di appartenere all’altro genere (o qualche altro genere)
• Un forte desiderio di essere considerati come appartenenti a un altro genere
• Una forte convinzione di avere i sentimenti e le reazioni tipiche di un altro genere