Il Busy Bragging può essere definita l’ossessione di essere costantemente occupati. Sentirsi occupati, impegnati e privi di tempo libero è un modo, per l’individuo che soffre di busy bragging di autodefinirsi all’interno del proprio gruppo sociale, un modo per aumentare il proprio valore agli occhi degli altri. In italiano si può tradurre con l’espressione “vantarsi di essere occupati”, dalle parole inglesi busy (occupato) e to brag (vantarsi). Il busy bragging può essere interpretato come una diretta conseguenza delle richieste della società attuale di fare tanto e in modo rapido; tale richiesta spinge erroneamente l’individuo a ritenersi valido solo se si risponde a quelle richieste. Sentirsi realizzati solo se si è molto impegnati è alla base del meccanismo del busy bragging meno tempo libero si ha e più l’individuo si sente realizzato, vantandosi della mancanza di tempo si sente soddisfatto e appagato. La paura principale avvertita dal soggetto che utilizza il busy bragging come atteggiamento di vita è l’apparire agli occhi degli altri poco interessanti o addirittura apatici privi di interessi e degni di stima. Il vantarsi della mancanza di tempo da l’erronea convinzione di apparire come persone che vivono un’esistenza piena e di successo e quindi meritevoli delle attenzioni degli altri. Bisogna porre l’attenzione sul fatto che non tutte le persone   che si vantano di essere impegnati lo sono in realtà veramente. Molto spesso è il solo atteggiamento del vantarsi (senza realmente essere così tanto occupati) che fa sentire meglio il soggetto e gli permette di essere soddisfatto. In conclusione possiamo affermare che i soggetti che soffrono di “busy bragging” mitizzano l’illusione di essere molto occupati perché gli impegni li fanno sentire molto importanti

 

Le motivazioni alla base del busy Bragging:

Secondo alcuni psicologi che si sono interessati al fenomeno del “busy bragging” le motivazioni celate dietro a tale atteggiamento ossessivo nei confronti del proprio bisogno di sentirsi costantemente impegnati, possono essere rintracciate in un rapporto difficile con le figure genitoriali. L’individuo che soffre di busy bragging vuole dimostrare, facendo tanto, di essere meritevole di amore e di attenzioni. Vuole riscattarsi da un ruolo forse attribuitogli in passato, all’interno del contesto familiare, di persona poco produttiva o poco meritevole di attenzioni.

 

I rischi del busy bragging:

 

La percezione distorta dovuta al “busy bragging” ha un costo elevato in termini di salute mentale.  Il soggetto infatti vive delle emozioni pressanti riconducibili ad uno stato di ansia costante. Su lungo periodo possono manifestarsi importanti problemi psicofisici con conseguenze rilevanti anche per ciò che concerne i rapporti interpersonali e familiari. Questo comportamento di “iperimpegno” ha delle ripercussioni negative sulla salute della persona, contribuendo all’innalzamento dello stress, all’ansia legati al lavoro e alla mancanza di un sano equilibrio tra lavoro e vita personale. Alla luce di ciò fino ad ora esposto possiamo affermare che fingersi occupati per sentirsi importanti agli occhi degli altri per quanto innocuo se letto come semplice “bugia” ha in effetti delle ripercussioni importanti sullo stato di salute legate anche al dispendio di energie che il soggetto deve mettere in atto per fronteggiare le innumerevoli lamentele sulla propria vita iperimpegnata. Energie che potrebbe investire in altro modo sicuramente più proficuo e salutare.

Come sconfiggere il busy bragging:

Lavorare tramite un percorso psicoterapeutico sull’aspetto psicologico del “busy bragging” aiuterebbe il soggetto a ridimensionare l’agitazione costante da cui sono affetti approdando ad una visione più consapevole del loro stato, a comprendere le cause del loro stile di vita cercando così di sostituire ad una modalità patologica di vita una più sana e funzionale. Il paziente pertanto imparerà ad accogliere e a rivalutare l’importanza del “relax” e a sceglierlo come momento per dedicarsi a se stesso, per ascoltarsi e per rispondere ai propri bisogni, il riposo e lo “spazio personale” non sarà piu considerato come un qualcosa di cui vergognarsi.

 

 

Bibliografia

 

Caraccio, E. (2022). “Equilibrio tra vita professionale e vita privata durante il lockdown: una questione di genere”. State of Mind.

De Masi, Domenico. (1980). “Il Futuro del Lavoro.” Editore: Rizzoli.

Giddens, Anthony. (1990). “Le Conseguenze della Modernità.” Editore: Il Mulino

Sennett, Richard. (1974). “Il Declino dell’Uomo Pubblico.” Editore: Feltrinelli