Tanatofobia

 la paura della morte

 

L’ etimologia della parola tanatofobia può essere ricondotta alle parole greche “thanatos” (morte) e phobos (paura). La parola tanatofobia nel suo significato letterale indica quindi la fobia di morire. La tanatofobia è la paura di morire che viene vissuta in modo molto intenso, diventando limitante per la vita dell’individuo. La paura della morte può diventare un pensiero perseguitante ed ossessivo causando nel soggetto  una vera e propria angoscia fortemente destabilizzante, impedendo qualsiasi  tipo di felicità e realizzazione personale. E’ piuttosto comune  trovare questo tipo di angoscia nelle persone già affette da   ipocondria (che hanno paura delle malattie e di morire) oppure in chi presenta necrofobia (la paura dei cadaveri) o ancora in altre fobie specifiche, come l’aerofobia (la paura di volare in aereo) e la tocofobia (paura del parto). Bisogna tener presente che  tutti gli individui hanno paura della morte,  questa sensazione si avverte già dal periodo dell’infanzia, man mano  che si cresce però si inizia ad accettare la morte perché si approda ad una maggiore  consapevolezza dei propri limiti e si avverte la sensazione di non essere infallibili. In una situazione non patologica la paura della morte si alleggerisce quando l’individuo è concentrato sul lavoro o sul formare una famiglia. Quando questi obiettivi di vita vengono soddisfatti  e l’individuo raggiunge un altro stadio della vita come  l’invecchiamento caratterizzato da cambiamenti fisiologici, l’abbandono del tetto domestico da parte dei figli, la menopausa, i primi acciacchi , il pensiero della morte ritorna nuovamente. La percezione della morte, aiuta la persona a prendere consapevolezza della propria esistenza, di conseguenza a dare più valore ed importanza alla propria vita e alla qualità del suo andamento. Quando però la paura di morire non segue uno sviluppo lineare e consono alle varie tappe dello sviluppo ma altresì ,come gia detto, diventa patologico e limitante alla vita del singolo ci si trova dinnanzi al distrubo tanatofobico.

 

Sintomi di Tanatofobia

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V) classifica le fobie in tre gruppi: specifica, sociale e agorafobia. La tanatofobia o fobia della morte è una  fobia specifica. Le persone affette da tanatofobia manifetsano i seguenti   sintomi:

  1. Pensieri costanti sulla morte: tali preoccupazioni possono finire per interferire con la loro routine quotidiana.
  2. Evitano tutto ciò che riguarda la morte: qualsiasi situazione o conversazione che coinvolga la morte.
  3. Avvertono ansia : ogni qualvolta pensano alla morte i soggetti affetti da tanatofobia sentono una forte pressione ansiosa
  4. Immaginano ossessivamente i modi in cui si potrebbe morire:
  5. Finiscono per sperimentare una sintomatologia fisica; mancanza di respiro,  cuore accelerato,  nausea,  mal di testa , affaticamento o insonnia.

 

La più  grande paura della morte cela  paure più  specifiche quali :

  • la paura di morire e lasciare i figlio arrecare dolore ai propri cari;
  • la paura di morire giovani, con la conclusione di tutti i nostri progetti di vita;
  • la sofferenza che la morte potrebbe comportare;
  • l’incognita di quello che sarà dopo la morte.

Cause della Tanatofobia

Le cause che possono portare allo sviluppo della Tanatofobia sono varie tra le più comuni possiamo trovare:

  • Le esperienze traumatiche vissute; chi ha sperimentato da vicino la morte di una persona cara,  chi ha assistito ad un incidente stradale mortale, chi ha vissuto in prima persona un trauma legato alla morte
  • L’età cronologica di appartenenza; i giovani tendono ad avere più problemi d’ansia con l’idea di morire rispetto agli anziani, infatti  man mano che si invecchia la paura della morte tende a scomparire
  • Stato di salute compromesso; le persone affette da malattie croniche sono più soggette a sviluppare la  Tanatofobia

 

Il Trattamento per la Tanatofobia

L’aiuto di uno psicoterapeuta per chi soffre di questo disturbo risulta essere di fondamnetale importanza, in quanto aiuterebbe il soggetto   ad acquisire nuove consapevolezze sulla morte. Il professionista può essere di supporto nell’aiutare il paziente a scavare dentro di sé per comprendere le cause che provocano queste preoccupazioni, gestire l’ansia che ne deriva riducendo la compromissione dello stile di vita.

Lo psicoterapeuta condurrà il paziente a:

  • Utilizzare la paura della morte come motivazione: la paura dovrà diventare motore per approcciarsi alla vita in maniera più sana, migliorando la quotidianità dell’individuo.
  • Concentrarsi sugli aspetti positivi della vita; porre l’attenzione su ciò che si ha di bello, gratificante e stimolante dalla vita spingendo il soggetto a ridimensionare il pensiero sulla morte e a sentire in maniera meno forte la paura della morte.
  • Parlare della morte: confrontarsi con gli altri sul concetto di morte, le idee degli altri possono aiutare il soggetto a modificare la propria immagine negativa della morte ed ad abbracciare  prospettiva diversa.
  • Comprendere che  la morte è un’esperienza che non può essere rimandata: partendo da questo presupposto si inviterà il soggetto a riflettere sulla possibilità che ha di sfruttare appieno  ogni occasione, godendo di ciò che di bello ha ottenuta dalla sua vita.
  • Non avere paura di vivere: spesso l’individuo non ha paura di morire ma ha paura di vivere. Più la perosna ha timore di vivere e più subentra in modo importante la paura di morire. Sarà necessario far approdare il paziente ad una nuova consapevolezza che la morte è parte integrante della vita e che l’essere umano non è eterno, per cui è meglio vivere al meglio ogni giorno della propria esistenza.

Possiamo concludere dicendo che l’ aiuto di un professionista, è pertanto fondamentale  per comprendere le cause sottostanti la tanatofobia individuandone i meccanismi di pensiero che innescano la reazione fobica/ansiosa. Una volta individuati ed analizzati tali schemi di pensiero essi  potranno essere  sostituiti con dei comportamenti più funzionali.

 

Bibliografia

 

Bartoletti A., (2019), “Pensieri brutti e cattivi”, Edizioni Franco Angeli

Nardone G., (2012), “Non c’è notte che non veda il giorno”,  Edizioni Ponte delle Grazie

Nardone G., (2019), “Emozioni: istruzioni per l’uso”,  Edizioni Ponte delle Grazie

Rizzoli M., (2020), “La salute prima di tutto”,  Edizioni   Baldini + Castoldi