HO PAURA…. DI COSA?… DI ESSERE FELICE

LA CHEROFOBIA

 

 

 

La parola cherofobia ha una etimologia greca e deriva da kairòs “ciò che rallegra” e fobòs “paura”, quindi letteralmente il significato di  cherofobia è “avere paura di essere felici”. La cherofobia non rinetra tra i disturbi del DSMV (manuale diagnostico dei disturbi mentali) ma, può essere ritenuta una forma di ansia collegata alla partecipazione a situazioni che porterebbero felicità alla persona. Alla base della cherofobia, vi è la convinzione che al piacere provato segua necessariamente cause  nefaste e negative. Pertanto le persone cherofobiche tenderanno ad evitare di sperimentare la felicità e si concentreranno in attività tese a renderli meno felici o addirittura tristi. Ciò che spaventa di piu’ un soggetto cherofobico è la perdita del controllo sulle proprie emozioni positive, e sono terrorizzati da situazioni che sanno di non poter gestire. Tale controllo sulle emozioni positive, può essere letto come un meccanismo di controllo che il soggetto cherofobico mette in atto per non diventare vulnerabile dinnanzi a situazioni per lui ingestibili. La felicità diventa “minaccia” alla persona, al suo stato di equilibrio e pertanto bisogna difendersi da essa. Il cherofobico è una persona che prova ed è in grado di provare emozioni positive, solo che tenta di evitarle in tutti i modi, per paura di affrontare il dopo, ovvero quella sofferenza che inevitabilmente, a suo giudizio, lo attende. In campo relazionale il cherofobico elude relazioni stabili, profonde e durature proprio per paura del momento in cui la relazione terminerà. Proprio per questo, i soggetti cherofobici implementano legami superficiali senza grandi investimenti emotivi. Ciò che caratterizza il soggetto cherofobico è la sua capacità di “autosabotarsi” e provare un grande “senso di colpa”. Avendo paura di percepire, in seguito all’emozione positiva, un’emozione negativa e per lui devastante, il cherofobico , già a priori evita incarichi emotivi importanti, non comincia relazioni affettivo/amorose rilevanti, disattende inviti a feste ed eventi sociali, andando ad inibire tutta la parte ludica che potrebbe farli provare emozioni felici. Il senso di colpa viene provato dagli  individui cherofobici nel momento in cui provano la felicità, in quell’istante tendono subito a sperimentare un’emozione diversa, ovviamente meno gradevole, per ridurre al minimo e ridimensionare l’emozione piacevole. In questo modo evitano lo stato emotivo della felicità e ripristinano l’equilibrio emotivo verso toni negativi e spiacevoli. In base a quanto esposto fino ad ora, la   cherofobia è definibile come un meccanismo di difesa che vede l’attivarsi dell’ansia come campanello di allarme per evitare la sofferenza , deribante da situazioni positive/piacevoli.

 

Caratterisitche del soggetto cherofobico:

 

E’ possibile ad oggi ipotizzare che esistano degli individui che in base a tratti comportamentali e di personalità manifestino un rischio maggiore di sviluppare questo disturbo.

 

  • Soggetti altamente introversi
  • Soggetti tropo perfezionisti
  • Soggetti da già affetti di disturbi ossessivi compulsivi
  • Soggetti tendenzialmente pessimisti

 

 Quali sono i sintomi della cherofobia?

 

Gli atteggiamenti e i comportamenti sintomatologici  tipici della cherofonia sono:

 

  • atteggiamenti ansiosi
  • atteggiamenti di rifiuto a partecipare ad eventi sociali
  • atteggiamenti di rifiuto a cogliere opportunità che possano portare a cambiamenti positivi nella propria vita
  • atteggiamenti di rifiuto nei confronti di proposte lavorative che potrebbero modificare la condizione economica
  • atteggiamenti di rottura con persone con le quali ci si sente emotivamente legati
  • non mostrate la propria felicità dinanzi ad amici o parenti, in quanto convinti che ciò sia negativo
  • non perseguire la felicità in quanto ritenuta una perdita di tempo

 

Le cause della cherofobia

 

Alla base dello sviluppo del disturbo cherofobico, sono state rintracciate alcune cause legate allo sviluppo infantile. E’ possibile,infatti, che i soggetti cherofobici durante l’infanzia abbiano vissuto eventi positivi e felici a cui seguivano punizioni,l’associazione felicità-punizione avrebbe influenzato il corso della loro esistenza. Pertanto ogni volta che il cherofobico prova un’emozione di gioia, l’associazione  felicità-punizione si riattiverebbe nella memoria, innescando una forte ansia.Possiamo quindi, ritenere che nella mente del  cherofobico si instaura un’associazione di causa /effetto tra fiducia e dolore.

 

Il trattamento per il disturbo cherofobico

 

La psicoterapia per ciò che concerne il disturbo cherofobico, aiuterebbe il soggetto a gestire le proprie emozioni, anche quelle positive come la felicità e la gioia. Attraverso un lavoro su se stessi l’individuo approderebbe a comprendere le ragioni che lo hanno portato ad evitare le emozioni piacevoli. Le emozioni positive acquistano all’interno del contesto terapeutico nuovo significato. Il paziente viene accompagnato in un  processo di  riflessione riguardo i possibili cambiamenti da attuare.