L’etimologia di “atelofobia” deriva dal greco atelophobia, una parola composta da atelés (che significa imperfetto, incompleto) e phóbos (fobia ovvero, paura) e raffigura la paura dell’imperfezione. L’atelofobia è un disturbo ansioso di natura psicologica caratterizzato dalla paura costante di non essere abbastanza. Tale condizione può avvenire durante il percorso di vita di ciascun individuo presentandosi in modalità occasionale, per altri individui al contrario la paura di non essere abbastanza è una condizione costante, pervasiva tanto da limitare la quotidianità in maniera importante. Le persone affette da atelofobia vivono costantemente in maniera ossessiva l’idea di non essere all’altezza e hanno altresì la convinzione di commettere sempre errori irreparabili e con conseguenze disastrose. L’atelofobia è un disturbo che porta il soggetto a svalutare qualsiasi traguardo egli raggiunga, conducendolo a vivere in uno stato di insoddisfazione costante e a demolire tutto ciò che di bello gli accade. L’atelofobia porta con sé pensieri disfunzionali che a poco a poco diventano sempre più profondi e radicati tanto da compromettere la salute psichica dell’individuo. Un soggetto atelofobico tende a porsi obiettivi irrealistici che poi elude di portare a termine o di raggiungere. L’atelofobico ispira alla perfezione, ma essendo chiaramente un obiettivo impossibile da conseguire, egli si sperimenta sempre come inefficace, fallimentare ed inadeguato. I soggetti atelofobici sono sempre molto ipercritici con loro stessi, pensano costantemente di non valere mai abbastanza e alla fine rimangono schiacciati e bloccati dal peso del loro sentirsi inadeguati. L’individuo che non si sente mai abbastanza prova un grande senso di vergogna per i propri difetti ed evita situazioni in cui possono manifestarsi e rendersi palesi agli occhi degli altri, sono persone ipersensibili alle critiche ogni osservazione nei loro confronti viene vissuta come un giudizio sentenzioso che va ad alimentare il senso di inadeguatezza. La paura del giudizio degli altri può essere così forte da spingere il soggetto atelofobico all’isolamento, sviluppando e alimentando il senso di insicurezza e bassa autostima. L’isolamento, il costante senso di inadeguatezza e la bassa autostima innescano nella persona atelofobica una serie di emozioni negative ed invalidanti. Concludendo possiamo affermare che quando la paura dell’imperfezione e la ricerca ossessiva della perfezione diventa eccessiva si innescano meccanismi negativi che incidono in maniera importante sulla nostra vita, facendoci vivere una condizione di insoddisfazione patologica. La ricerca disperata dell’imperfezione instaura nell’individuo stati d’animo d’ansia e stress costanti, con il trascorrere del tempo il divario gigantesco tra le proprie aspettative e la realtà vissuta e sperimentata innesca nell’individuo sentimenti di bassa autostima e importanti forme depressive.
Cause dell’atelofobia
Le cause alla base del disturbo atelofobico possono essere di varia natura, genetica, psicologica e sociale. Il rapporto e lo stile educativo genitoriale possono influire sullo sviluppo del disturbo già dai primi anni di vita e proseguendo durante l’infanzia e l’adolescenza. I genitori dei soggetti atelofobici possono aver agito la pretesa della perfezione con aspettative molto alte. Il rapporto quindi che il soggetto atelofobico aveva con i propri genitori era molto probabilmente basato e caratterizzato da freddezza e critiche, pertanto il giovane atelofobico nel suo sviluppo ha maturato una idea di se negativa e ha perso la fiducia nelle sue potenzialità. Pertanto è possibile affermare che l’atelofobia come la maggior parte delle fobie deriva da meccanismi di iperprotezione inconsci che come già detto hanno origine in un conflitto emotivo irrisolto con le figure adulte significative nella vita del soggetto. La paura dell’imperfezione è strettamente legata al concetto di introiezione, un meccanismo attraverso il quale assorbiamo e facciamo nostri ideali ed aspettative esterne. L ‘individuo che opera il meccanismo dell’introiezione assimila modelli di perfezione che provengono dalla famiglia, dalla società ecc… Anche un trauma può essere alla base dello sviluppo del disturbo atelofobico, infatti un evento traumatico non risolto può portare il soggetto a chiudersi nella sua sofferenza e a tentare di migliorarsi in maniera ossessiva tanto da ricercare compulsivamente la perfezione.
Sintomi dell’atelofobia
Gli individui che soffrono di atelofobia possono manifestare una serie di sintomi che rispecchiano la loro ansia e preoccupazione per il proprio valore personale e più in generale per la loro persona
Sintomi psicologici:
- ansia e preoccupazione costante;
- bassa autostima;
- paura del giudizio;
- perfezionismo eccessivo;
- depressione;
- problemi relazionali
- rifiuto delle sfide,
- perdita di controllo
- mancanza di concentrazione,
- paura del rifiuto
Sintomi fisici:
- eccessiva sudorazione,
- iperventilazione e sensazione di soffocamento,
- aumento del battito cardiaco e palpitazioni,
- mal di testa,
- tensioni muscolari,
- nausea,
- secchezza delle fauci,
- tremori e disturbi del sonno
Atelofobia e Psicoterapia
La psicoterapia può essere un valido strumento nell’affrontare il disturbo atelofobico. È possibile infatti superare la paura di non essere abbastanza, aiutando il paziente a familiarizzare con l’imperfezione ragionando con lui sul fatto che “non essere perfetti” è una condizione imprescindibile dell’essere umano. In psicoterapia di dovrà con il soggetto lavorare sull’accettazione dei propri limiti e si dovrà puntare a valorizzare i punti di forza approdando alla consapevolezza del proprio valore personale, ciò migliorerà il rapporto che il soggetto ha con sé stesso. Fondamentale sarà accompagnare il soggetto all’accettazione sana dei propri difetti o mancanze, leggendoli non in chiave negativa ma come semplici aspetti della sua esistenza che non devono assolutamente mettere in discussione la sua dignità personale. In fine di valido aiuto sarà mediare le aspettative personali del soggetto rendendole non più rigide ma sicuramente più realistiche.
Bibliografia
Belvedere L., (2011), Paure & Fobie come scoprirne le cause e combatterne gli effetti, Editore SEM
Goel S., (2023), Voglio Crescere Ancora una volta, Editore Ukiyoto Publishing
Nardone G., (2023), Il libro delle fobie e la loro cura, Editore Ponte alle Grazie
Purgato A., (2006), Fobie. Le nuove ossessioni del XXI secolo, Editore Castelvecchi
Sicari M., (2019), Io non mi basto mai, Editore Gruppo Albatros Il Filo